Radon, cos’è il gas naturale killer che fa tremare il Lazio

Nel Lazio si registrano valori doppi rispetto alla media nazionale di concentrazione di radon: si tratta di un gas secondo solo al fumo come fattore di incidenza per l’insorgenza di gravi patologie polmonari.

Il radon è prodotto dal decadimento radioattivo di elementi presenti sulla terra sin dalla sua origine: è un gas naturale inodore e insapore che si disperde rapidamente nell’ambiente esterno, ma si accumula nei luoghi chiusi, dove può arrivare a raggiungere, in alcuni casi, anche altissime concentrazioni che risultano a rischio per la salute degli esseri umani.

Per capire la pericolosità del radon basti pensare che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato questo gas naturale tra gli elementi cancerogeni accertati del Gruppo 1.

La concentrazione di radon abbonda nel Lazio, raggiungendo numeri elevati: il doppio rispetto alla media nazionale e il triplo rispetto a quella mondiale. Nel corso del mese di settembre del 2022 un supermercato situato a Frascati, in provincia di Roma, ha dovuto chiudere perché presentava un valore di radon quattro volte superiore ai limiti consentiti.

La normativa direttiva europea 59/2013 del 2020 ha fissato a 300 Bq/m3 il limite di radon per i luoghi di lavoro e per le abitazioni esistenti, e 200 Bq/m3 per le abitazioni che verranno costruite dopo il 31 dicembre del 2024.

L’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, tra il 2003 e il 2007, aveva avviato alcune indagini pilota sui territori di Roma e Viterbo, per poi estenderle ance alle zone di Frosinone, Rieti e Latina tra il 2008 e il 2011.

Tra i comuni analizzati, nove superano la media di 300 Bq/m3: sono tutti paesi limitrofi ai laghi vulcanici di Bracciano e Vico nella provincia di Viterbo, alcune frazioni dei Castelli Romani  e altre situate nella zona del Frusinate. Il record negativo è stato registrato a Villa Santo Stefano, frazione di circa 1.600 abitanti situata in provincia di Frosinone: tra le sue abitazioni la media è di 513 Bq/m3, ben oltre i limiti fissati.

Il radon si trova principalmente nel terreno ma può trovarsi anche nei materiali da costruzione, in modo particolare se di origine vulcanica come tufo e graniti, e anche nell’acqua. Questo gas diventa molto pericoloso quando si accumula all’interno di locali chiusi.

La presenza di radon può essere molto elevata, dunque, nelle abitazioni che sono state costruite su terreni granitici, vulcanici o ricchi di tufo, negli edifici con fondazioni che poggiano direttamente sul terreno e nelle costruzioni in cui sono state utilizzate argille che contengono elementi come il granito, il tufo, il basalto, le pietre laviche, il porfido, i gessi chimici, le ceramiche.

Il gas radon è un agente cancerogeno: la sua esposizione nei luoghi chiusi aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare. Il rischio dipende molto dalla concentrazione di radon cui si è esposti e anche dalla durata dell’esposizione.

Privo di odore e di sapore, il radon all’occorrenza viene anche utilizzato a scopo terapeutico: in diversi ospedali italiani  viene immagazzinato in piccoli tubi. Nonostante la sua pericolosità, in alcuni casi può essere utilizzato a usi terapeutici per le vie respiratorie.

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