Quota 100 e reddito di cittadinanza, Tria apre a modifiche: ‘La scelta è politica’

‘Fino a oggi il dialogo è stato abbastanza costruttivo, nel senso che c’è la disponibilità a esaminare se ci sono margini finanziari, economici e politici per arrivare a un risultato che possa essere gradito all’Italia in generale’,  ha affermato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervenendo in commissione Bilancio alla Camera, dove è in corso l’esame del ddl. E sono alla studio anche altre misure che non intaccheranno i provvedimenti che state realizzando, ha detto il ministro. Oltre all’incremento del programma di dismissione si tratta di vedere qualche altra misura aggiuntiva che andrà ad agire in parte sull’attivazione di misure di flessibilità.

L’avvio di una procedura per debito nei confronti dell’Italia dipenderà dalle “decisioni politiche” che verranno prese a Roma. Quelle che ne discenderanno a Bruxelles, probabilmente il 19 dicembre, cioè l’avvio o l’archiviazione della procedura per deficit eccessivo legata al debito (Edp in gergo), saranno una mera conseguenza delle “decisioni politiche” che prenderanno i due azionisti del governo gialloverde, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. “Sta al governo italiano – spiega una fonte della Commissione – trovare le misure che permettano di rendere le sue politiche compatibili con le regole”.

L’esecutivo Ue può avere le sue idee, e le sue preferenze tecniche (quota 100, che è percepita come una ‘controriforma’ della Fornero, è particolarmente malvista, anche perché potrebbe avere effetti strutturali, sempre che non venga congegnata in modo da non provocarne), ma lascia agli Stati membri ampia libertà: “Non interveniamo nelle scelte interne – aggiunge la fonte – ma bisogna far entrare il cuscino nella valigia. Bisogna cioè trovare il modo di rendere compatibili le misure politiche con le regole”. Intanto, l’iter della procedura per debito non si ferma, a meno che l’Italia non consegni a Bruxelles quei cambiamenti “sostanziali” alla manovra chiesti da tempo.

 Ad ogni modo, “qualunque accordo” con Bruxelles “è subordinato al fatto che non si toccano le priorità del governo indicate al Parlamento con la legge di bilancio” ha affermato poi il ministro dell’Economia. La finalità del confronto in atto con la Commissione europea “è quella di evitare, se possibile, che l’Italia entri in procedura di infrazione per deficit eccessivo basato sul debito”.

 Per quanto riguarda “quota 100 e reddito di cittadinanza, per ora hanno dei disegni non definiti e poiché, da un punto di vista finanziario, si è tradotto nel mettere le risorse in un fondo”, occorre “capire se ci sono gli spazi politici e finanziari per avviare un negoziato concreto”. Sono in corso interlocuzioni tra Inps e Mef per capire, attraverso una “definizione maggiore di queste misure”, se “richiedono meno risorse di quanto posto nel fondo” ha detto il ministro.

 Se ci sono spazi per ridurre le spese legate alle due misure ”evidentemente la successiva decisione sarà come utilizzare queste risorse e se andranno o meno a riduzione del deficit attraverso una interlocuzione con la Commissione”, ha spiegato il ministro. L’accordo con l’Europa è però ”subordinato al fatto che non si tocchino le priorità comunicate al parlamento”. Secondo il ministro ”è ottimo aver istaurato dialogo molto più costruttivo” con l’obiettivo di ”ridurre divergenze. Vorremmo eliminarle ma non sarà possibile”. E ”penso sia possibile arrivare a questo risultato sarà buon risultato” anche grazie al confronto che ”sto conducendo ogni giorno con i commissari”. Ora ”c’è un atteggiamento aperto a cui bisogna rispondere”.

“Non ho aderito a un’audizione – ha precisato Tria in apertura del suo intervento -. Non voglio offendere nessuno: se potete pensare che un’informativa sia inutile, visto che il tema è da informativa, me lo dite e me ne vado”. Mercoledì alle 15, a Montecitorio, si terrà il question time; alle 20, invece, in Aula inizierà la discussione sulla legge di Bilancio.

In merito allo stallo della manovra in commissione Bilancio della Camera, da parte sua, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto: “Le parole hanno un peso, il mio è un silenzio operoso e virtuoso”.

“Voglio rassicuravi sul fatto che questo governo è impegnato affinché la discussione con Bruxelles sulla nostra legge di Bilancio si chiuda favorevolmente” ha sottolineato il presidente del Consiglio intervenendo all’assemblea Anfia. “Sabato scorso, a margine del G20 – ha rimarcato – ho avuto un nuovo incontro molto positivo con il presidente della Commissione Juncker e il commissario Moscovici”.

 “I mercati finanziari hanno già percepito questo clima più positivo e lo spread sta già scendendo: il differenziale di rendimento tra i nostri decennali e quelli tedeschi è tornato stabilmente sotto i 290 punti base. Scenderà ancora fino a riportarsi sui livelli coerenti con i buoni fondamentali della nostra economia” è l’auspicio del premier, il quale si attende che “quando terminerà questa interlocuzione con l’Europa, con l’esito che io auspico e di cui sono convinto sarà positivo, i mercati si rassereneranno ancora di più”.

“In questi mesi di accese discussioni sulla manovra non lo si ricorda mai, ma noi abbiamo speso 12,4 miliardi, lo 0,7% del Pil, per evitare l’aumento dell’Iva che altrimenti avrebbe depresso la domanda interna – ha evidenziato -. Alla luce della dinamica del Pil negli ultimi mesi, mi sembra una scelta quanto mai saggia”.

 “Faccio notare, senza polemica, che senza questo fardello, il rapporto deficit/Pil sarebbe stato dello 1,7% – ha aggiunto – un valore che ci avrebbe evitato le attuali tensioni con la Commissione europea”. Quanto alla “battuta d’arresto del Pil nel terzo trimestre è solo temporanea: la crescita tornerà robusta, sostenuta dalla nostra politica economica; si gioverà della pace sociale di cui il nostro Paese gode anche grazie alle misure di equità da noi messe in campo”.

 

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