Quirinale, seconda fumata nera per il presidente della Repubblica

Nuova fumata nera per l’elezione del presidente della Repubblica: al secondo scrutinio con la maggioranza dei 2/3 le schede bianche sono state 531, crescono a 143 i voti dispersi mentre Fernando Imposimato, candidato M5S, ha ricevuto 123 preferenze. Ma, in vista della quarta votazione, cresce la tensione in Fi e Ncd dopo lo strappo  su Sergio Mattarella gli azzurri sono orientati ad uscire dall’aula, mentre Ncd sarebbe spaccato tra chi spinge per scegliere il candidato Pd e chi vuole tenere l’asse con Silvio Berlusconi. Il Pd non rinuncia ad allargare il consenso sul giudice costituzionale e lavora sia su Fi sia su Ncd per convincerli a ripensare la decisione. l sottosegretario Luca Lotti risponde a brutto muso al pasdaran azzurro Renato Brunetta, per il quale Matteo Renzi, dopo aver “rotto il patto” con Berlusconi, “non ha più la maggioranza e quindi andrà alle elezioni anticipate”. Ma, più che le minacce, nel Pd sono al lavoro i pontieri: il ministro Maria Elena Boschi parla a lungo, per ora senza successo, con Maurizio Sacconi per far cambiare idea a Ncd. “Mi auguro ci sia la possibilità di ricucire i rapporti, c’è tanto lavoro da fare”, ammette il ministro renziano. Ma per la mattinata, i tentativi di mediazione sono andati a vuoto. Acque agitate dentro Fi dove in molti vorrebbero rimettere in discussione la decisione di Berlusconi di andare domani sulla scheda bianca. Gli azzurri, in una serie di riunioni, hanno valutato seriamente l’opzione di non votare proprio, opzione che il vicesegretario dem Lorenzo Guerini giudica una scelta sbagliata, sperando in un ripensamento su Mattarella. Le mosse di Fi agitano anche Ncd. “Noi domani voteremo scheda bianca ma nell’incontro con Fi parleremo anche di questo”, sostiene il capogruppo Ncd Nunzia De Girolamo. Il partito di Angelino Alfano è diviso al suo interno: alcuni, tra i quali il ministro Beatrice Lorenzin e l’ala siciliana del partito, vogliono sostenere Mattarella e l’alleanza con Matteo Renzi. Mentre un’altra area, che comprende il ministro Maurizio Lupi, insiste per fare asse con Forza Italia e seguire le scelte che faranno domani gli azzurri. Tensioni che inevitabilmente si intrecciano sul futuro delle riforme. Ma il Pd garantisce che il governo andrà comunque avanti. “Chi si sfila” dal percorso delle riforme, sostiene Guerini, “dovrà farlo di fronte al Paese. Ci siamo assunti tutti una responsabilità, le riforme devono andare avanti”. Ecco i risultati della seconda votazione:

  • Presenti e votanti: 953
    Maggioranza: 673
  • Imposimato, 123
    Feltri, 51
    Castellina, 34
    Bonino, 23
    Rodotà, 22
    Sabelli, 14
    Gualdani, 10
    Pagano, 7
    Versace, 6
    Prodi, 5
    Severino, 5
    Mattarella, 4
    Razzi, 4
    Sangalli, 4
    Greggio, 3
    Guerra, 3
    Messina, 3
    Barani, 3
    Bersani, 2
    Cimmino, 2
    Finocchiaro, 2
    Frattini, 2
    Marinetti, 2
    Scognamiglio, 2
  • Voti dispersi, 143
    Schede bianche, 531
    Schede nulle, 26.

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