Quirinale ed il nome che non c’è

“Anche se i giornali ne danno uno certo al giorno, il nome ancora non c’è perché abbiamo deciso di trovarlo insieme. Forza Italia chiede che non vi sia nessuno che abbia avuto una storia militante nel nostro partito. Ma noi non accettiamo veti. Sono contraente del patto del Nazareno e lo rivendico, e ad eccezione del 2006 Forza Italia ha sempre espresso un presidente. Ma non accettiamo diktat da quel partito”, dichiara Matteo Renzi. Fermo restando, dice il premier ai deputati dem, che dalle consultazioni di ieri al Nazareno è emerso un riferimento forte a una figura politica. Sono molto ottimista sull’elezione del nuovo capo dello Stato, ma questo è un passaggio a viso aperto e con il vento in faccia in cui è in gioco leadership e credibilità del Pd. Su un punto è stata trovata un intesa perché il Capo dello Stato sarà un politico e non un tecnico. Il filo che legava Renzi e Berlusconi appariva d’acciaio ma se Renzi non accetta veti, anche Berlusconi non vuole imposizioni e ricorda, ed a denti stretti, che l’Italicum è passato con i voti determinanti di Forza Italia: “Dopo tre presidenti di sinistra, vorremmo che il presidente non appartenesse alla sinistra militante e che fosse di alto profilo e riconosciuto all’estero”. Probabilmente Berlusconi si appresta a rilanciare Giuliano Amato ed, in seconda battuta, Pier Ferdinando Casini. I nomi esaminati nelle consultazioni di ieri al Nazareno non sono di certo graditi al leader forzista. Non Padoan, non l’ex segretario Ds Fassino, non Mattarella. Questa mattina ci sarà un incontra tra Alfano e Berlusconi per saldare un asse facendo valere i loro 210 grandi elettori, che potrebbero non essere determinanti se messi a confronto dei 460, al netto dei franche tiratori, del segretario Pd. Di certo c’è da dire che nei 210 grandi elettori di FI non vanno più conteggiati i 40 voti riconducibili a Raffaele Fitto che è stato chiaro: “Di certo, Berlusconi può scordarsi di questa quarantina di voti se pensa di comunicarci il nome via sms sabato mattina”. Angelino Alfano, leader di Area popolare afferma che, come il Pd, voterà scheda bianca nei primi tre scrutini per il Quirinale, puntando al quarto. I più critici sono il leghista Matteo Salvini e la leader di Fdi Giorgia Meloni che domani lanceranno una candidatura congiunta di centrodestra per il Colle. A tutte le delegazioni di partiti è piaciuto il metodo usato dal Pd, che ha il 46% dei Grandi Elettori, di avere avviato un percorso di partecipazione. Ovviamente tutti i partiti hanno posizioni diverse che riflettono atteggiamenti diversi verso il governo. In realtà l’elezione del Capo dello Stato darà una nuova legittimazione al Parlamento e tutti vogliono partecipare al confronto.

Cocis

 

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