Nairo Quintana fa saltare il banco al Giro d’Italia. Con un’azione coraggiosa e scaltra che genererà polemiche il colombiano della Movistar ribalta la classifica con un’azione lunga 70 km cominciata nella discesa dello Stelvio e conclusa sotto il traguardo di Val Martello. Al di là delle polemiche è stata una tappa epica, eroica al Giro d’Italia con pioggia e neve sulle strade da Ponte di legno a Val martello. Si discuterà a lungo se era più giusto annullare la tappa o meno ma questa giornata rimarrà nella storia del Giro. Freddo, pioggia, neve, salite, corridori sfiniti, stravolti, che oggi più che mai hanno dimostrato che il ciclismo è sport per eroi, per gente con gambe, polmoni ma soprattutto cuore. Tappa incredibile dicevamo, lo sarebbe stata anche col sole visto che si dovevano percorrere 56 km di salita per oltre 4000 metri di dislivello con Gavia e Stelvio per la prima volta insieme in un’unica tappa. È Dario Cataldo della Sky a passare per primo sulla Cima Coppi innevata. E qui nascono le polemiche. Con il fondo stradale bagnato da pioggia e neve, per evitare pericoli, la giuria prende una decisione mai presa prima: far accompagnare i ciclisti dalle moto che, poste davanti ai gruppi con una bandiera rossa, non possono essere superate. Ma è una scelta che scatena polemiche perché tutti o quasi capiscono che è una sorta di neutralizzazione e molti in cima allo Stelvio si fermano ai margini della strada per cambiarsi e indossare giacche e mantelline nuove e asciutte. Chi non si ferma è Quintana che si lancia in discesa e guadagna ben due minuti sul gruppo maglia rosa con tutti i big. Con il colombiano della Movistar anche Hesjedal, Rolland , Rabottini, Sicard e Izaguirre. Ai -22 comincia la salita finale di Val Martello che presenta un dislivello di 1430 metri e pendenza media del 6,4%. La pendenza massima è del 14% e gli ultimi 4 km sono davvero duri. Alle prime rampe Quintana accelera, riprende Cataldo e si porta dietro Rolland e Hesjedal mentre il gruppo maglia rosa recupera qualcosa grazie all’azione di Landa e Rogers, compagni di Aru e Majka, ma non appena i due si spostano il gruppetto comincia a perdere sensibilmente perché Uran è senza compagni e gli uomini della FdJ, compagni di Pozzovivo, non riescono a incidere. Ci prova Majka ai – 7 ma il polacco si alza subito perché non c’è collaborazione. Dietro si susseguono scatti e controscatti che fanno il gioco di Quintana che col suo passo semina prima Rolland e poi Hesjedal guadagnando secondi su secondi. Arrivo trionfale per il colombiano che precede Hesjedal e Rolland che rientrano prepotentemente in classifica mentre tra i big Keldermann, Pozzovivo e Aru staccano Evans, Majka e Uran. Gli italiani guadagnano trenta secondi su Uran e oltre un minuto su Evans Quintana è il nuovo padrone del Giro con 1′ 41” su Uran, 3′ 21” su Evans a 3′ 21″. A seguire Rolland a 3’26”; Majka a 3’28”; Aru a 3’34”; Pozzovivo a 3’49”; Kelderman a 4’06”; Hesjedal a 4’16”; Kiserlovski a 8’02”
Sebastiano Borzellino