L’introduzione di un salario minimo per tutti i lavoratori è uno dei provvedimenti contenuti nel programma di governo sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle. In Italia infatti non esiste il salario minimo, così come viene inteso in Europa, ma ci sono dei minimi sindacali fissati dai contratti collettivi.

Il Governo Conte potrebbe decidere di introdurre una paga minima – espressa su base oraria – che per legge dovrà essere riconosciuta a tutti i lavoratori di ogni settore. In tal caso i lavoratori sarebbero maggiormente tutelati rispetto a quanto avviene oggi: qualora le aziende riconoscessero loro una retribuzione inferiore al salario minimo andrebbero a violare una norma dello Stato.

 Il salario minimo   è quella retribuzione base oraria, giornaliera o mensile a cui ha diritto il lavoratore, ma che non è prevista dalla legge italiana, lasciata piuttosto alla contrattazione fra le parti sociali. In Italia infatti sono previsti solamente dei minimi retributivi che sono stabiliti dai contratti collettivi nazionali di ogni singolo settore in base al ruolo e all’esperienza dei propri dipendenti.

 In caso di stipendio più basso del minimo previsto dal CCNL di riferimento il primo passo da fare è quello di rivolgersi a un sindacato per avere una consulenza in merito per stabilire se esistono i presupposti per fare ricorso al giudice. Spetta a quest’ultimo, infatti, valutare qual è la retribuzione sufficiente a seconda di quanto stabilito dal contratto collettivo, così da ordinare, qualora ne rilevi i presupposti, un eventuale ordinamento contrattuale con cui garantisca al lavoratore anche gli arretrati di stipendio a partire dalla data in cui viene accertato l’inizio di quella specifica mansione.

Secondo quanto rilevato dal recente rapporto JP Salary Outlook 2018 realizzato dall’Osservatorio di JobPricing, nel 2017 lo stipendio medio di un lavoratore italiano ammonta a circa 1.580€ al mese, per un importo annuo lordo di 29.380€. Ovviamente lo stipendio varia a seconda del settore di riferimento, e per scoprirlo è necessario consultare i vari CCNL di categoria.
Per il 2018, la retribuzione minima è:

  • 1.058,92 euro per gli impiegati nell’agricoltura;
  • 1.297,47 euro per chi si chi si occupa di pesca marittima;
  • 1.379,03 euro per il trasporto merci;
  • 1.264,65 euro per i dipendenti del terziario commercio, distribuzione e servizi;
  • 1.139,90 euro è lo stipendio minimo di un parrucchiere;
  • 1.265,56 euro di un agente immobiliare;
  • 1.089,88 euro per i dipendenti in cooperative che si occupano di pulizia.
  • 1.970,93 per i bancari (2° area professionale);
  • 1.218,09 per gli odontotecnici;
  • 1.577,42 per chi lavora in campo assicurativo (impiegati nelle società di assistenza).