Putin vede Trump: Mai intromesso in elezioni. Il presidente Usa: Gli credo

Alla fine un incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin, al summit Apec in Vietnam, c’è stato. Non lungo, non un vero faccia a faccia formale, ma un breve confronto in cui i due hanno toccato il tema Russiagate e si sono accordati per una dichiarazione congiunta sulla Siria, affermando che non esiste una soluzione militare ma solo politica al conflitto entrato ormai nel settimo anno.

Il presidente Usa, in realtà, ha riferito di due o tre conversazioni, molto brevi, avute con l’omologo russo: i due sono stati visti chiacchierare in modo amichevole mentre camminavano verso il luogo scelto per la tradizionale foto dell’Apec, un posto panoramico sul Mar cinese meridionale; inoltre alcune immagini del vertice mostrano Trump che si avvicina al tavolo dell’incontro e dà a Putin una pacca sulla spalla; e infine c’è stata anche una stretta di mano alla cena del summit venerdì sera.In questo primo incontro da luglio, giunto mentre negli Stati Uniti sono emerse ultimamente novità legate alle indagini del Russiagate, Putin ha ribadito a Trump di non essersi mai intromesso nelle elezioni presidenziali Usa del 2016.

A riferirlo è stato lo stesso Trump, il quale ha detto di credergli. E poi anche il leader del Cremlino ha fatto sentire pubblicamente la sua ribadendo il concetto nella conferenza stampa al termine del vertice. “Ogni volta che me vede dice ‘Non l’ho fatto’, e io ci credo veramente quando me lo dice, perché dice sul serio”, ha raccontato Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, dopo essere ripartito dal summit. E anzi ha aggiunto: “Penso che si senta molto insultato da questo, il che non è una buona cosa per il nostro Paese”.

Putin ha poi rincarato la dose nel suo briefing: innanzitutto ha affermato che il presunto legame fra l’ex capo della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort, e la Russia, è un’invenzione degli oppositori di Trump come arma contro di lui. I documenti parlano solo di affari di Manafort con l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich quindi “che relazione ha questo con la Russia? Nessuna”, ha detto Putin. Poi ha definito un “attacco alla libertà di stampa” le restrizioni imposte dagli Usa all’emittente Russia Today, sostenuta dal Cremlino, alla quale è stato chiesto di registrarsi come “agente straniero” perché secondo l’intelligence statunitense avrebbe provato a influenzare le elezioni Usa per conto di Mosca; e ha promesso una risposta proporzionata. Inoltre Putin ha respinto le accuse secondo cui la Russia avrebbe influenzato il voto americano tramite annunci politici: “Non c’è conferma che i nostri media si siano intromessi nella campagne e mai ci sarà”.

Trump, che ha definito una bufala le accuse di collusione della sua campagna elettorale con Mosca, è sotto pressione per la questione da quando si è insediato alla Casa Bianca. L’indagine sul Russiagate condotta dal procuratore speciale Robert Mueller ha portato ad accusare Manafort e il suo collega Rick Gates. Inoltre le agenzie di intelligence Usa hanno concluso che la Russia interferì per far propendere l’esito elettorale a favore di Trump tramite azioni di hackeraggio e la diffusione di email imbarazzanti per la sfidante democratica Hillary Clinton, nonché facendo propaganda sui social network. Ma Mosca nega, e Trump ha detto appunto che crede a Putin.

Quanto alla Siria, nella dichiarazione congiunta Trump e Putin affermano che non c’è soluzione militare al conflitto, dove però la Russia ha sostenuto militarmente il presidente siriano Bashar Assad nella guerra civile. I due hanno inoltre confermato il loro impegno a rispettare sovranità, indipendenza e integrità territoriale della Siria e hanno invitato le parti in causa a partecipare attivamente al processo di Ginevra per una soluzione politica.

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