Puglia, incidente ferroviario tra Andria e Corato con almeno 27 morti. Istituito un pool di indagine

Sono andati avanti per tutta la notte i lavori attorno ai resti del drammatico scontro frontale tra due treni sulla linea a binario unico tra Corato e Andria in Puglia. Una cinquantina di vigili del fuoco, assieme agli altri soccorritori, hanno continuato a tagliare e spostare le lamiere contorte dei due convogli alla ricerca di eventuali dispersi: un lavoro, ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Bari Curzio, ancora lungo. Opereremo in questa maniera, anche con l’aiuto delle unità cinofile, fino a quando non potremo escludere la presenza di altre persone. Al momento il bilancio ufficiale resta quello della tarda serata di ieri: 27 morti accertati e 15 feriti ancora ricoverati negli ospedali pugliesi, di cui una decina in gravi condizioni. Attorno alle 9 inizierà al Policlinico di Bari il lavoro per il riconoscimento delle salme: un’operazione molto complessa viste le condizioni di molti dei corpi recuperati. ‘Vi prego, fateci entrare, fateci vedere i nostri cari’, è la straziante richiesta che rivolgono i parenti delle vittime. Ieri,  il treno ET1023 era partito alle undici e trentotto minuti e tre minuti dopo ci è stato lo schianto. Un binario unico con due treni che per partire hanno bisogno di un fonogramma e una paletta, come accadeva   60 anni fa. A spiegare quello che è un ferroviere in divisa che apre la porta del capostazione alla fermata di Corato nel primo pomeriggio, mentre i passeggeri scesi da un pullman salgono su una vettura in direzione Bari. In pratica si parla di una tratta  su binario unico. Due treni nello stesso momento non possono passare, non si possono incrociare. Tra la stazione di Andria e quella di Corato ci sono 17 chilometri e dieci minuti esatti di viaggio e  nel momento in cui un treno parte bisogna dare la comunicazione ad  Andria che tiene il treno fermo in stazione e gli dà il via libera per partire soltanto quando la vettura è arrivata. Si chiama ‘punto di scambio’.  Queste comunicazioni avvengono attraverso una macchina, o   strumentazione, che avrà almeno quarant’anni di vita con dei pulsanti colorati e una vecchia stampante. Si comunica via fonogrammi e  quelli che contenevano il report della mattinata sono stati sequestrati  dalla Polfer. Quando avviene lo scambio, quando cioè i treni si incrociano, si fa scattare il verde e con la paletta viene dato il segnale al treno di partire. Il sistema si chiama ‘blocco telefonico’. Le comunicazioni passano via telefono e il segnale arriva dalla paletta.  Il treno Et 1018 partito da Bari alle 10,42 e in arrivo a Barletta alle 11.50 arriva alla stazione di Corato alle 11,35 con circa 8 minuti di ritardo. Non è la sola vettura fuori orario perchè dall’inizio della mattinata ci sono stati problemi sulla rete dovuti ad alcuni lavori in corso. Il capostazione di Corato invia ad Andria il fonogramma indicando la partenza con il ritardo, aziona il verde, tira su la paletta e fa partire il treno. Qualche minuto dopo nella stazione di Andria arriva in perfetto orario alle 11,37 l’Et 1023 partito da Barletta alle 11,24 e diretto a Bari alle 12,34. Qualcosa che si intoppa e  il capostazione  fa partire il treno; aziona dunque il verde, avvisa il capotreno e viene fuori con la paletta. Il 1023 parte. Affronta un rettilineo, poi una curva, poi ancora un rettilineo, una curva. Dall’altra parte è in arrivo l’altra vettura. Secondo le prime rilevazioni entrambi i treni viaggiavano a 80-90 chilometri orari, i macchinisti così come previsto li conducevano al pieno della velocità e nessuno poteva sapere che l’altro stava sopraggiungendo. Su quel tratto di linea, seppur a binario unico, non esiste infatti alcun sistema automatico di controllo. La sicurezza è affidata esclusivamente all’abilità dei macchinisti e  ai due capistazione. Mancava l’Scmt, il Sistema di controllo marcia treno. Entrambe le vetture hanno il sistema di sicurezza montato ma non può funzionare perché i binari sono obsoleti e quindi non riesce a dialogare. In tutta Italia le tratte a binario unico hanno questo tipo di sistema, tranne che qui. Le Ferrovie Nord Barese avevano avuto dall’Ustif (l’organo di controllo competente per la sicurezza sulle ferrovie concesse) la delega ad attivarlo entro dicembre 2016 fino a Ruvo, ed entro dicembre 2017 da Ruvo fino ad Andria sud dove dovrebbe essere realizzato il secondo binario. Doveva essere tutto pronto da un anno e invece è stato appena pubblicato il bando di gara, finanziato dalla Regione per 31 milioni. Verrà costituito oggi un pool di magistrati che coordinerà le indagini. Potrebbero già essere iscritti i primi nomi nel registro degli indagati. La procura di Trani indaga per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. L’ipotesi è quella di un errore umano, anche se non si escludono tutte le altre ipotesi, compresa quella del guasto. Intanto emerge un particolare: erano due i treni delle Ferrovie del Nord Barese provenienti da Corato e diretti verso nord e uno di questi due convogli viaggiava con qualche minuto di ritardo: questa circostanza potrebbe aver indotto il capostazione di Andria a dare il via libera al treno fermo in stazione. Il convoglio, circa dieci minuti dopo la partenza da Andria, si è scontrato con il treno proveniente da Corato. Ulteriori dettagli emergeranno dall’esame della scatola nera del treno proveniente da Bari, estratta in condizioni intatte. Tanti i messaggi di solidarietà dall’estero, da Papa Francesco a Vladimir Putin. ‘Una tragedia inammissibile’, per il capo dello Stato Sergio Mattarella. ‘Bilancio assurdo e inaccettabile’, ha scritto il premier Matteo Renzi su Facebook, dopo essersi recato in Puglia. ‘Non conosciamo il numero dei passeggeri perchè non è un aereo e non abbiamo una lista. Non siamo quindi attualmente certi sul bilancio definitivo della tragedia’, ha detto il procuratore aggiunto di Trani, Francesco Giannella, che dirige l’inchiesta sul disastro ferroviario.

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