Protesta di Fratelli d’Italia davanti a Palazzo Chigi. Meloni: “Diamo voce agli innocenti”

La decisione di non allentare troppo le misure non è stata condivisa dall’opposizione che si è detta pronta a manifestare contro la maggioranza. E nel pomeriggio di martedì 28 aprile 2020 è andata in scena una protesta di Fratelli d’Italia davanti a Palazzo Chigi. Mascherine e distanza di sicurezza per i parlamentari che, guidati dalla leader Giorgia Meloni, hanno manifestato il proprio dissenso alla proroga del lockdown con un sit-in per dare voce agli innocenti, cioè tutte quelle categorie ancora chiuse anche se pronti a riaprire.

 Una protesta annunciata da parte di Giorgia Meloni che nelle ore precedenti a questa manifestazione si era ‘smarcata’ dall’idea di Salvini di portare in piazza i cittadini italiani. “Migliaia di persone – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – ci hanno chiesto di scendere in piazza, di avere la possibilità di raccontare il proprio dissenso. Una scelta troppo rischiosa visto che metteva a repentaglio la salute di chi avrebbe partecipato, rischiando di vanificare gli sforzi fatti fino a questo momento“.

 I primi malumori in Italia si sono registrati subito dopo la decisione di prorogare il lockdown. Nella giornata di lunedì 27 aprile molti parrucchieri e ristorati si sono ritrovati davanti al Comune delle proprie città per cercare di ottenere una riapertura anticipata sempre rispettando le norme di distanziamento sociale. Il premier Conte durante il suo viaggio in Lombardia ha detto di essere a conoscenza del pensiero degli italiani ribadendo che “non è il momento di ritornare alla normalità visto che il virus continua a circolare”. Ma il rischio di ulteriori proteste è molto alto.

A due mesi dall’inizio dell’epidemia, Giuseppe Conte ha fatto visita in una delle province più colpite dal coronavirus, cioè Bergamo. In città il presidente del Consiglio   ha incontrato, tra gli altri, il sindaco del capoluogo Giorgio Gori e il neo prefetto Enrico Ricci.

Conte ha così spiegato la questione zona rossa. “Per quanto riguarda la zona rossa nei due comuni bergamaschi (Alzano e Nembro), nel momento in cui era stata proposta, è stata subito considerata. E abbiamo cercato di esaminare meglio le ragioni, sulla base però di un contagio che appariva già diffuso non solo nei due comuni. Ma anche a Bergamo c’erano dei contagiati e un po’ in tutta la Lombardia”.

“Abbiamo subito chiesto un parere al Comitato tecnico scientifico. E la sera del 5 marzo è arrivata la relazione. Il 6 mi sono precipitato alla Protezione civile a discutere con loro qual era la situazione. E la sera del 7 marzo ho firmato il Dpcm che estendeva la zona rossa a tutta la Lombardia“.

A questo punto è arrivata l’osservazione di una giornalista: “Non è vero, era una zona arancione. Non è stata chiusa”. E Conte, subito, ha replicato: “Se lei un domani avrà la responsabilità di governo, scriverà lei i decreti  e assumerà lei le decisioni”.

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