Protesta all’Asp di Cosenza: “Di malasanità si muore, non possiamo più Asp…ettare”

Uno striscione eloquente, affisso sul muro del palazzone che ospita gli uffici dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza: “Di malasanità si muore, non possiamo Asp-ettare”. Una quarantina di persone questa mattina si sono presentate, insieme a rappresentanti dell’Usb davanti la sede dell’ASP cosentina per rivendicare ancora una volta il diritto alla salute dei cittadini. Carmelo Sergio, dell’assemblea “Stutamuli tutti” ha spiegato i motivi della protesta: «Sono emersi dall’assemblea due macro tematiche: una è relativa alla questione del dissesto del Comune di Cosenza che affronteremo nei prossimi giorni in occasione del consiglio comunale, e l’altra è quella della sanità».

«Siamo qui oggi a manifestare perchè questa situazione è diventata veramente intollerabile e drammatica. La Calabria esce alla ribalta solo quando si parla delle questioni della malasanità calabrese. Ogni giorno ci sono notizie drammatiche. Per esempio i tempi di attesa per sottoporsi ad una visita: l’altro giorno a Catanzaro una ragazza di 15 anni che doveva prenotare una visita per un nodulo al seno è stata rimandata al 2021. Nei mesi scorsi ci sono state le chiusure dei punti nascita di Cetraro e Soverato. Siamo qui oggi a denunciare come questa situazione sia diventata drammatica ed intollerabile. Non possiamo più aspettare ed è necessario determinare una controtendenza rispetto a questo stato di cose».


«Noi oggi vogliamo parlare – ha spiegato il rappresentante di “Stutamuli tutti” con la direzione sanitaria dell’Asp di Cosenza per ribadire che è necessario sviluppare un paradigma rispetto alla questione della sanità che vada oltre le logiche aziendali perchè non è possibile che un servizio centrale per la vita di un’intera comunità sia sottoposto a vincoli ragionieristici, piano di rientro e alla questione del rientro dai debiti».

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