Protesta a Montecitorio, “Rodotà presidente”

Sono circa 200 le persone che si sono riunite davanti alla Camera per sostenere l’elezione di Rodotà al Quirinale. I manifestanti, elettori del centrosinistra (Pdl e Sel), si scagliano contro la scelta del Pd di votare Marini. Sui loro cartelli si legge: “Bersani sicario del Pd”, “Non fatelo, non vi votiamo più”, “Rodotà senza se e senza ma”, “Rodotà presidente”, “Rodotà è il cambiamento, Marini il fallimento”, “Com’é triste la vostra (ir)responsabilità”.

Tra i cori si sente il nome del costituzionalista, qualcuno gli dedica la riproduzione dell’ urlo di Munch con un buco dove mette la sua faccia, un altro la prima pagina del ‘manifesto’ con la foto di Rodotà e il titolo “Giusto lui”. “Bersani ha detto che Berlusconi è impresentabile e poi fa l’accordo con lui per il Quirinale”, commenta uno dei manifestanti, Marco Quaranta, di Roma.  “Mi vergogno di essere rappresentata da un parlamento che rifiuta una figura come Rodotà”, aggiunge Gabriella Magnano, romana anche lei.

Tra i manifestanti, anche i rappresentanti dei 5836 piccoli comuni italiani venuti a Roma per manifestare il  “rischio chiusura” per problemi di bilancio. Con entrambi i manifestanti parlano i parlamentari M5S che concordano con la richiesta dell’associazione dei piccoli comuni di abolire il patto di stabilità interno e Tares e, ovviamente, con il sostegno al candidato alla Presidenza del M5S.

“Qui si sono presentati anche parlamentari del Pd” spiega però il sindaco ei Pomarico (Matera) Giuseppe Casolaro. “Di deputati del Pd qui non ne ho visti” afferma invece Emanuele G, giovane elettore del Pd che vive a Parigi e che è arrivato questa mattina dalla capitale francese per protestare. “Questa era l’occasione per non darla vinta ai Cinque Stelle. Io ho votato il Pd per chiedere rinnovamento ma se continua così a tornare in Italia non ci penso proprio”. Con loro, tra gli altri, parla la 5 Stelle Giulia Sarti: “il Pd sta facendo una scelta di distanza dai suoi elettori. Sul nostro candidato poteva tranquillamente convergere. Ora Bersani può stare certo, la fiducia non gliela daremo davvero mai”.

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