Ieri l’ad di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, audito dalla Commissione parlamentare di vigilanza, ha ripetuto che l’eventuale intervento di Cdp “risponderebbe a una logica industriale e di mercato, con una prospettiva di adeguata remunerazione del risparmio postale”. Palermo ha risposto così ai dubbi sollevati da investitori istituzionali di Atlantia sul nuovo assetto societario pensato dal governo, che prevede un graduale disimpegno della famiglia Benetton, con una sostanziale nazionalizzazione di Autostrade senza aver determinato prima un prezo equo delle azioni di Autostrade.
“L’ingresso di Cdp non determina affatto una statalizzazione di Aspi, dal momento che si prevede l’ingresso di nuovi investitori privati”, è l’ultima rassicurazione del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. Il nodo principale riguarda le tariffe che, assicura il ministro, non subiranno “alcun aumento per il 2020”. Punto dolente per i fondi è proprio la netta riduzione della redditività di Autostrade: Aspi ha già ridotto il tasso di remunerazione per adattarsi alla nuova normativa stabilita dall’Autorità di regolazione dei trasporti.
I mercati però sembrano crederci: Moody’s conferma il rating a lungo termine di Atlantia a ‘Ba2’ e i rating senior ‘Ba3’ di Aspi cambiando l’outlook da ‘negativo’ a ‘in fase di cambiamento’, in seguito all’accordo preliminare con l’esecutivo.