Progetto Italia News presenta ‘Lucio Ddt Art’, artista presente nell’Artperformingfestival che si terrà a Napoli

Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’,  che si terrà, come è noto, a Napoli,  dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo,    presenta l’artista Lucio Ddt Art che partecipa con alcune sue opere al festival che  si può, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano; al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a  quattro stanzette dedicate a ‘madre terra’ e ‘mediterraneo’. Per il ‘mediterraneo’ saranno esposte opere dedicate ai migranti, all’inquinamento ed alla grande cultura. ‘Madre terra’ sarà rappresentata da quattro artisti che avranno a disposizione quattro stanze da allestire. ‘Madre terra’, artisticamente, parlerà della nascita della vita, del protocollo di Kyoto, della ‘Terra dei Fuochi’ e di altro. I quattro artisti che esporranno sono: Lucio Ddt Art, Nicca Iovinella, Giorgia Di Lorenzo e Fiore Penta Faretra. Oggi presenteremo, come si diceva, Lucio Ddt Art:  Lucio Ddt Art, nome d’arte di Giuseppe Lucio Labriola,  nasce a Napoli e  si presenta sulla scena dell’arte con una forte pulsione ‘oppositoria’. Oppositoria e visionaria,  segno di un impegno culturale di segno marcato da trasfondere, artisticamente, nell’arte contemporanea.  Laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli,  pittore, scultore e performer,   porta avanti il suo pensiero artistico  che  denomina ‘Ddt Art’.  Lucio Ddt Art  scolpisce utilizzando materiali eterogenei, tutti riciclati, utilizzando prevalentemente la plastica raccolta di notte vicino ai contenitori dell’immondizia. Il significato ‘interiore’ di creare sculture, dipingere ed altro, nell’artista ha il significato del ‘rovesciamento’ delle consuetudini, che smonta, di fatto, la rappresentabilità del reale.  Colpisce nelle opere di Lucio Ddt Art una sorta di ibridazione tra esseri umani e figure bestiarie, una ri-creazione del mondo animato, che trova diretta e feconda ascendenza nell’opera pittorica e grafica del nostro Artista. Le sue figure fanno pensare ad alieni, a cui l’artista conferisce da un lato facoltà fisiche,  dall’altro rimandano al mondo ipertecnologico e per molti versi inumano della moderna condizione esistenziale. C’è un percorso molto attivo, quasi una osmosi, dell’artista con le sue opere.   Il tema principale è rappresentato dal disastro nucleare, tema molto importante dell’artista.  Ascoltiamo in merito Gianni Nappa: ‘Un artista in cammino in una landa desolata di una periferia del contemporaneo, dove non c’è tempo definito, e la vita in questo mondo parallelo è avvelenata da storture della società miope, con fuochi vicini e lontani di progresso industriale inquinanti e velenosi, da dove lunghe nubi si alzano nel cielo violaceo. Aria irrespirabile nella cui composizione si fondono veleni di guerre passate con echi e grida strazianti; lui si trascina attraverso la sua matita a tratteggiare una speranza di continuità mentre ai lati della strada campeggiano  installazioni zoo antropomorfe, frutto di una contaminazione avvenuta nel corso del novecento tra insetti con uomini e ibridazioni post nucleari’.  Lucio Ddt Art appartiene alla  scena underground napoletana, e come dice  il suo pseudonimo, che si richiama al diclorodifeniltricloroetano, il famoso pesticida antiparassitario che veniva utilizzato per combattere la zanzara anofele e il tifo. ‘Nei miei lavori,  spiega Lucio Ddt Art,   s’intravedono mondi paralleli, in cui la natura umana tende a metamorfizzarsi con insetti giganti pronti a scatenare un’ immane vendetta verso l’ umanità. Gli insetti si ibridano con gli umani generando esseri mostruosi, icone deliranti di un blasfemo progresso’. La galassia proposta dall’artista,  e che sbarcherà al Castel dell’Ovo, sarà composta da creazioni surreali, che provengono da un mondo parallelo, da un mondo post-umano,  un mondo contaminato e distrutto dalla guerra nucleare. Lucio Ddt Art anela, attraverso le sue opere, e attraverso il suo pensiero, ad una nuova ‘integrità’ dell’uomo. Il Ddt, spiega l’artista, rappresenta il veleno e l’arte nella vita: ‘Veleno nell’arte, veleno di vita’.   L’arte può essere nel ‘mondo indefinito’ dell’arte contemporanea anche un’esperienza sociale alla quale trasmettere e lanciare forti messaggi alle  masse controllate da apparati  mediatici per creare stili di vita, opinioni, filosofie dell’esistenza e ideologie dominanti. Una forte opposizione a questo  può avvenire attraverso l’arte  sociale’ che si costruisce dal basso, emerge dalla realtà esistente e dagli attori che la costituiscono, producendosi in vita propria, sia individuale che sociale. Questo può avvenire anche attraverso le performance che richiedono come è noto un coinvolgimento diretto del pubblico. Lucio Ddt Art è anche un performer che si esibirà, durante lo svolgimento del festival, all’aperto fuori Castel dell’Ovo.

L’arte   sociale, sia chiaro, non è  intesa come pratica esterna al sé, che  posiziona gli osservatori come estranei ai processi artistici, ma   considera il loro coinvolgimento all’interno del   processo creativo. Sia acclarato che un’artista oggi risponde alla modifica progressiva della realtà che lo circonda, assorbendo consciamente, o inconsciamente, quello che la realtà gli offre. Ingoia il nutrimento, a volte rancido, e lo vomita fornendo una consistenza, un significato e  una bellezza fortemente impattante. E’ una nuova dimensione estetica che esprime l’artista che  interpreta e modella il sociale come ‘dispositivo critico’. E’ chiaro che parliamo di arte  multidisciplinare che attiva una ‘pluri-modalità’.

Arte sociale in risposta alla politica, non al fare politica ma alla gestione della politica amministrativa, sempre sorda verso i bisogni reali. C’è chi nell’arte sociale privilegia un oggetto perchè rimanga come testimonianza del percorso intrapreso e che,  in qualche modo,  diventa patrimonio di ‘altri’. Oppure chi non prefiggendosi nessuna forma estetica o risultato, privilegia il processo di ‘esperienza’. In questo senso la questione dell’autorialità dell’artista nei progetti partecipati,  sia nel senso di un suo dissolversi, che nel suo mantenersi,  è questione chiave; l’artista si mette in gioco, senza annullare la propria soggettività, necessaria per interagire in modo ‘generativo’ e dialettico con  altri soggetti coinvolti.  La figura dell’artista, tradizionalmente intesa, diviene ‘altro’: facilitatore, connettore, catalizzatore che  raccoglie ed elabora i feedback. Una figura ibrida, non assimilabile ad un ruolo preciso, ma  dai contorni ben definiti che assumono nuove valenze. L’artista interpreta  il ‘nuovo ruolo  dell’arte’ come resistenza: resistenza ad un sistema che vuole integrare le realtà in una cornice di ‘morte’.  L’arte può  costruire altre temporalità, diverse e autonome da quelle di un sistema che spinge in tutti i campi alla precarizzazione, alla  iper-produzione, alla standardizzazione  e, non ultimo, alla  monetarizzazione dei valori creati. Delineato in questo contorni Lucio Ddt Art ha un ruolo di rilievo  nell’arte contemporanea.

Roberto Cristiano.

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