epa04791762 A picture taken from the Turkish side of the border between Turkey and Syria shows Syrian refugees waiting on the Syrian side of the border crossing near Akcakale, Sanliurfa province, south-eastern Turkey, 10 June 2015. More than 320,000 people are likely to have been killed in Syria's civil war, the Britain-based Syrian Observatory for Human Rights monitoring group said on 09 June. The organization said said it had been able to document the deaths of 230,618 people, including 69,494 civilians of whom more than 7,000 were children. The crisis in Syria started in March 2011 with peaceful demonstrations calling for more freedom from the repressive al-Assad regime, but quickly degenerated into violence after deadly crackdowns by security forces. EPA/SEDAT SUNA

Profughi, la peggior crisi dalla II Guerra Mondiale

Il mondo sta vivendo la  piu’ grave crisi dei rifugiati dalla seconda guerra mondiale e con le sue risposte insufficienti la comunita’ internazionale sta condannando a morte migliaia di persone,  ha detto a Beirut Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International. Le persone sfollate nel mondo sono 50 milioni, di cui 16 milioni ufficialmente riconosciute come rifugiate. Le emergenze riguardano la Siria, i migranti nel Mediterraneo, l’Africa subsahariana e il Sud-Est asiatico. In un rapporto intitolato ‘La crisi globale dei rifugiati, la cospirazione della noncuranza’, Amnesty precisa che i rifugiati ufficialmente registrati per la crisi siriana sono 4 milioni, per il 95 per cento ospitati nei confinanti Turchia, Libano, Giordania e Iraq, e quelli per le guerre nella regione subsahariana 3,3 milioni. Per quanto riguarda i migranti che attraversano il Mediterraneo sui barconi, Shetty ha sottolineato che al 31 maggio di quest’anno i morti sono 1.865, rispetto ai 425 dello scorso anno. Nel Sud-Est asiatico, invece, 300 persone sono morte nel Mare delle Andamane nei primi tre mesi del 2015 a causa di fame, disidratazione e abusi da parte degli equipaggi delle imbarcazioni. “L’attuale crisi  non potra’ essere risolta se la comunita’ internazionale non riconoscera’ che si tratta di un problema globale che richiede agli Stati di rafforzare significativamente la cooperazione internazionale”. Come primi interventi, Amnesty chiede “un impegno per rilocalizzare un milione di rifugiati entro i prossimi quattro anni e la costituzione di un fondo globale per i rifugiati per aiutare i Paesi che ospitano grandi popolazioni di profughi”. Come per esempio il Libano, dove vi e’ un profugo ogni quattro abitanti.  

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