“Prof inglese è gay”, Cassazione condanna per diffamazione mamma cagliaritana

Definire gay il professore del proprio figlio costituisce reato. A deciderlo, la Cassazione, che ha condannato per diffamazione una mamma cagliaritana. La donna dovrà inoltre pagare 800 euro di risarcimento per i danni morali patiti dal ‘prof’ “del quale si cerca di colpire la reputazione, con l’attribuzione di una ‘etichetta’ sessuale, per vendicarsi dei richiami alla cattiva condotta del ragazzino”, come scrive la Suprema Corte. La signora Simona P. di 38 anni, in una telefonata a una collaboratrice scolastica dell’istituto frequentato da suo figlio aveva detto che il ‘prof’ di inglese del ragazzino era un “gay”. In un’altra telefonata alla preside, inoltre, Simona P. aveva rincarato la dose dicendo che il docente era “pedofilo, gay e maleducato”. Senza successo la mamma cagliaritana ha provato ad evitare la condanna sostenendo in Cassazione di aver agito cosi’ per “la ‘legittima difesa’ del proprio figlio minore verso il quale nutriva il timore che l’insegnante di inglese lo volesse abbracciare in quanto gay”. I supremi giudici non le hanno riconosciuto l’esimente, invocato dalla donna, di aver agito nell’interesse del figlio e dunque con un giustificato motivo, e hanno confermato il ‘no’ alla concessione delle attenuanti generiche cosi’ come gia’ stabilito dal Tribunale di Cagliari con verdetto dell’aprile 2012 a convalida di quello del Giudice di pace del luglio 2011. Respinto anche il tentativo di Simona P. di non essere dichiarata colpevole per via del fatto – a suo dire – di aver solo riferito “voci” circolate sulle preferenze sessuali del ‘prof’ di inglese “in ambiente scolastico”. Riportare simili “voci”, scrive la Cassazione, e’ un tipo di diffamazione “per nulla scriminata”. Anche la Procura della Suprema Corte, rappresentata dal sostituto procuratore generale Antonio Mura – lo stesso del processo Mediaset – aveva chiesto il rigetto del ricorso della donna che adesso dovra’ risarcire il ‘prof’ che “con molta rabbia” ha diffamato in maniera “continuata”.

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