Primo dicembre, Giornata Mondiale della lotta all’Aids

L’Aids è una malattia che, pur se in molti casi non più mortale, è ancora da sconfiggere sul piano scientifico e ancor più su quello sociale. Sono oltre 400 le persone con Aids conclamato o sieropositivi con Hiv, e ogni anno si registrano più di venti nuovi casi. L’andamento delle nuove diagnosi è costante negli anni: Il 79,1% dei casi notificati riguarda il genere maschile (rapporto maschi/femmina 3,8:1). Le femmine sono più giovani alla diagnosi (età mediana 34 anni contro 40 anni nei maschi), il 20% delle sieropositive scopre la propria condizione grazie allo screening offerto in gravidanza grazie al quale i casi con modalità di trasmissione verticale tra madre e figlio, sono divenuti eventi rari. Negli ultimi 5 anni i casi pediatrici sono stati 5. Nel contesto nazionale, la Toscana si colloca, per tasso di incidenza, al terzo posto insieme al Piemonte con 7,3 nuove diagnosi ogni 100 mila residenti, precedute da Lombardia (9,2) e Lazio (9,3); la media nazionale è di 6,0 nuove diagnosi ogni 100 mila abitanti. La maggioranza delle infezioni da Hiv è attribuibile a contatti sessuali non protetti: i rapporti eterosessuali rappresentano la modalità di trasmissione nettamente più frequente per le donne (90,3%). Nei maschi il contagio è sia omosessuale che eterosessuale: 49,74% e 36,7% rispettivamente. Il 60% dei pazienti sieropositivi viene sottoposto a terapia antiretrovirale entro 90 giorni dalla diagnosi di sieropositività. Un caso di HIV su 5 è già in AIDS conclamato al momento della diagnosi di sieropositività e il 57% è Late Presenter , ovvero si presenta alla prima diagnosi di sieropositività con un quadro immunologico già compromesso o con una patologia indicativa di Aids. I late presenter sono più frequenti nei maschi, in persone con età più avanzata e tra gli eterosessuali (65,2% contro 465,7% nei MSM). Questo dato testimonia la scarsa percezione del rischio tra gli eterosessuali, che eseguono il test quando c’è già il sospetto di una patologia HIV-correlata. I pazienti con nazionalità straniera a cui viene diagnosticata una infezione da HIV sono 352 (il 25% del totale) ed hanno un tasso di notifica 3 volte superiore a quello degli italiani (20,9 per 100.000 residenti contro 6,2). Nonostante un maggiore accesso alle terapie e alle cure, i dati indicano che il livello di attenzione deve rimanere elevato: secondo il Report di Unaids The Gap Report emerge che nel mondo ci sono circa 35 milioni di persone che vivono con l’infezione HIV. Tuttavia le nuove infezioni sono in calo: in dodici anni si è registrato un calo del 38%. Ma ogni anno nel mondo un milione e mezzo di persone muoiono per problemi correlati all’AIDS. L’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza del 2013, condotta in ambito scolastico tra i ragazzi di età compresa tra 15 e 25 anni, segnala che il 73% dei giovani non conosce le 5 più famose malattie trasmesse sessualmente; il 33% non è capace di stimare il pericolo rappresentato da Hiv/Aids; solo il 29% dei ragazzi e il 35% delle ragazze usano il preservativo; il 19% dichiara di aver avuto il primo rapporto sessuali prima dei 14 anni. Per quanto riguarda la Toscana, i dati dell’indagine Edit condotta dall’Ars (Agenzia Regionale di Sanità) sulla popolazione studentesca rivelano che nel 2011 il 40% dei ragazzi sessualmente attivi non aveva usato il profilattico, il 25% aveva meno di 14 anni al primo rapporto e solo il 43% conosceva le modalità di trasmissione di Hiv/Aids. La terapia antiretrovirale In Toscana il 60% dei pazienti Hiv-positivo viene sottoposto a terapia antiretrovirale entro 90 giorni dalla diagnosi di sieropositività. Tra i casi di Aids invece solo il 29% dei pazienti era stato sottoposto a terapia antiretrovirale pre-Aids. Siamo comunque di fronte a un abbassamento del livello di guardia, legato alla scarsa conoscenza del problema e dei comportamenti a rischio. La conseguenza è correlata ad una diffusione anche inconsapevole dell’infezione e un ritardo nell’accesso alle cure. Iniziare la terapia antiretrovirale precocemente è un vantaggio sia in termini di sopravvivenza che di qualità della vita.

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