epaselect epa05742693 French former Education minister Benoit Hamon delivers a speech after the results of the first round of the party primaries in Paris, France, 22 January 2017. According to the latest reports Hamond placed first with 36,12 percent of votes.The second round will be on 29 January 2017. Seven candidates for France's left-wing parties compete to win the nomination for the 2017 presidential election. The primaries, organized by the Socialist party, will be held on 22 and 29 January. EPA/JEREMY LEMPIN

Primarie sinistra in Francia, a sorpresa vince Hamon

C’è ancora confusione sui dati dell’affluenza alle urne per il primo turno delle primarie della sinistra francese, che ha visto ieri sera l’affermazione di Benoit Hamon e Manuel Valls, che si affronteranno domenica prossima al ballottaggio. Ieri sera le istanze del Partito socialista che presiedono allo svolgimento delle primarie avevano parlato di una cifra che si sarebbe attestata fra 1,7 e 1,9 milioni, non lontana da quei 2 milioni che,  pur sotto la metà della partecipazione alle primarie della destra,   avrebbe mostrato l’interesse del popolo della gauche. Questa mattina, Christophe Borgel, presidente del comitato che organizza le primarie, ha parlato di oltre 1,4 milioni su circa l’87% dei seggi, pronosticando un dato finale fra 1,6 e 1,7 milioni. Vedo che c’è polemica stamattina attorno alla partecipazione,  ha dichiarato il vincitore del confronto, Hamon, ai microfoni di France Inter, e – chiedo che questa incertezza venga risolta. Non c’è stato il temuto tracollo della sinistra, una partecipazione calcolata fra 1,7 milioni e 1,9 ha garantito legittimità a questa consultazione, pur con un’affluenza inferiore di oltre il 50% rispetto a quanto totalizzato dalla destra a fine novembre. Hamon, 50 anni, cresciuto nel PS al fianco di Martine Aubry, creatore proprio con Montebourg del Nuovo Partito Socialista, è invece il candidato che più di ogni altro ha fatto del reddito di cittadinanza la sua bandiera. Un provvedimento, come ha spiegato pochi giorni fa a Le Monde, che non può essere realizzato dall’oggi al domani, ma che resta un obiettivo a termine. Contro la crisi, la disoccupazione, il malessere della società, Hamon propone da un lato di ridurre l’orario di lavoro fino a 35 ore settimanali,  dall’altro di introdurre un reddito universale di esistenza, il mezzo cioè per i lavoratori di poter ridurre essi stessi il proprio orario di lavoro per potersi dedicare a cose diverse da un lavoro talvolta penoso. Valls, che domenica affronterà in un duello per lui molto difficile l’avversario situato alla sua sinistra, ha rilanciato con un reddito di decenza, cioè un’entrata minima garantita per tutti quelli che sono sotto un livello minimo di risorse e non,  come nel modello Hamon,  a tutti indistintamente. Per il resto, Valls vuole reintrodurre un provvedimento adottato sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy e poi abolito da Francois Hollande, la defiscalizzazione delle ore di straordinario, per rilanciare la produzione e la redditività del lavoro. Due visioni apparentemente inconciliabili, quelle di Hamon e Valls, che si scontreranno in condizioni diverse: il primo potrà contare su un numero nettamente superiore di sostegni degli altri candidati, a cominciare dal terzo classificato, Arnaud Montebourg: con il suo 18%, Hamon avrebbe già la maggioranza assoluta.  In molti, nella gauche, si interrogano sul ruolo  di Francois Hollande, il presidente che ha guidato per 5 anni la Francia e che è finito ad un minimo di popolarità storico. Poi ha costretto la sinistra ad attendere gennaio per celebrare le primarie,   annunciando il proprio ritiro soltanto a inizio dicembre,  e alla fine ha fatto di tutto per esibire la propria assenza da questo appuntamento. Tutto questo, secondo gli analisti, vorrebbe significare che il suo appoggio andrà a Emmanuel Macron, il suo ex ministro dell’Economia che si è candidato senza passare dalle primarie.

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