Matteo Renzi nella sede del PD dopo il voto delle primarie, Roma, 30 aprile 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Primarie Pd 2017 con quasi due milioni al voto. Renzi vince: ‘Non è rivincita, è nuova pagina’

Larga vittoria di Matteo Renzi alle primarie del Pd, secondo fonti renziane ha raggiunto il 73%. Con un’affluenza il cui dato finale sfata completamente i timori della vigilia: tra 1,9 e 2 milioni di votanti. ‘Il congresso segna l’inizio di una pagina nuova, non è al rivincita o il secondo tempo della solita partita’, ha detto Renzi parlando alla sede del Pd: ‘Ha vinto tutto il Pd ma soprattutto quello che non si è vergognato delle cose fatte in questi anni, della legge sul dopo di noi, delle unioni civili, della legge sul lavoro, perché se ci sono 700mila posti di lavoro in più non possiamo far finta di vergognarcene, il Jobs act è una delle cose più straordinariamente di sinistra fatte’.

Oggi,  ha detto l’ex premier,  abbiamo fatto qualcosa di straordinario, la democrazia è la possibilità di scegliere, grazie ai volontari, chi vi ha preso in giro non vi conosce: ‘Il primo grazie ad Andrea Orlando e Michele Emiliano. Grazie alla straordinaria passione con cui Emiliano ha posto alcuni temi a iniziare dal Sud, assolutamente prioritario per il Paese. E alla forza con cui Orlando ha insistito sulla necessità di unire il partito e il Paese. Abbiamo bisogno di imparare dalle altre mozioni e lo faremo. Grazie a tutte le amiche e gli amici che lavorano nel governo del Paese a iniziare da Gentiloni, a cui tutto il sentimento della nostra vicinanza e amicizia. Ci attendiamo molto da tutti voi che lavorate nel governo e lavoreremo al vostro fianco con molta convinzione.

Non è un partito personale,  ha detto,  quando 2 mln di persone vanno a votare, come si fa a dire che è il partito di uno solo con un leader forte. Può essere che il leader è forte, lo vedremo ma sicuramente ha una comunità fortissima: ‘Nelle primarie del Pd c’è sangue vivo, storie in carne e ossa che lo rendono una comunità meravigliosa. E’ il rapporto con il popolo che segna la diversità del Pd rispetto a tutti gli altri. Tutti parlano di populismi, ma l’alternativa non è nel salotto, nei tweet, ma nel popolo: non avere paura della democrazia, dei voti, di fare le primarie. Non c’è alternativa alle persone. A Bruxelles chiediamo un cambiamento vero, non ne possiamo più di un’ Ue che non incrocia i desideri più belli di chi vuole l’ideale europeo. Non siamo contro l’Ue, ne vogliamo una diversa, l’alternativa a populismo è il popolo’.

‘Una responsabilità straordinaria!! Grazie di cuore a questa comunità di donne e uomini che credono nell’Italia. Avanti, insieme’,  scrive Matteo Renzi postando su Instagram un biglietto firmato da lui e da Maurizio Martina.

Intanto proprio dalla mozione Renzi arrivano messaggi rassicuranti nei confronti del premier Paolo Gentiloni. ‘L’orizzonte del governo è il 2018. Da domani lavoreremo con il premier Gentiloni. Il governo Gentiloni è il nostro governo’, dice Martina.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha sentito al telefono Matteo Renzi. Con lui il premier, che è in Kuwait dove domani incontrerà il contingente italiano, si è congratulato,  a quanto si apprende,  per il risultato delle primarie Pd.

 Accuse reciproche di brogli, seggi chiusi per irregolarità, con l’annullamento di tutti i voti espressi, e intervento delle forze dell’ordine. E’ caos, al sud, alle primarie del Pd. Mentre a Napoli, a vigilare” sulla regolarità del voto il Pd nazionale ha inviato il deputato Ernesto Carbone, dalla Sicilia alla Puglia, passando per la Calabria, i rappresentanti delle mozioni dei tre candidati non si sono risparmiati accuse di irregolarità, violazioni delle norme e brogli. Accuse che alla fine hanno portato la Commissione nazionale per il congresso a chiudere tre seggi,  a Cariati (Cosenza), Nardò (Lecce) e Gela (Caltanissetta), e ad annullare i voti già espressi.

 

Mi pare davvero un grandissimo risultato di partecipazione e una grandissima vittoria di Matteo. Per anni nel centrosinistra di è detto che mancava un leader forte, ora c’è e questo è un elemento positivo anche per il governo”. Così Dario Franceschini, parlando al Nazareno con i giornalisti, aggiungendo che in Italia si dimentica tutto in fretta ma dopo il referendum Renzi si è dimesso da tutto. Ora il popolo gli restituisce una forte leadership che ci mette in condizione di ripartire.

 L’ex premier con la figlia ai seggi.

 

E’ completamente insensata la polemica sulla ‘democrazia dei clic’ che sarebbe inferiore alla democrazia delle schede di carta di cui si fanno promotori il Pd, gli altri partiti del ‘900 e tutti i giornaloni. Nasconde una visione antistorica, antitecnologica, orientata al passato piuttosto che al futuro e anche un po’ feticista’,  scrive Beppe Grillo sul suo blog in post dal titolo: ‘Viva il voto online dedicato alle primarie del Pd. La democrazia non è questione di clic, di code ai seggi, di alzate di mano o di schede su cui segnare una croce. La democrazia è  questione di consentire a tutti i cittadini di informarsi, di esprimere la propria opinione e di rendere effettiva la decisione collettiva. Come questo debba essere fatto: se online, ai seggi o tramite alzata di mano è un problema strumentale. Grazie alla tecnologia oggi è possibile votare online, un sistema molto più comodo rispetto a quello dei seggi fisici’.

 

Renzi, dopo essersi ripreso il partito, punterà ora a dettare l’agenda del governo. Ma soprattutto a rilanciare la battaglia sulla legge elettorale. Ho imparato,  dice,  che questo non è un partito personale. Quando centinaia di migliaia di persone votano, come si fa a dire che questo è il partito di una persona?. Inizia una storia totalmente nuova  il 30 aprile, nel giorno dell’anniversario della morte di Pio La Torre, inizia una nuova partita rivolta al futuro, non la rivincita di quella vecchia. Vogliamo fare una grande coalizione con i cittadini non con partiti che alla fine non rappresentano nemmeno se stessi. Abbiamo il compito storico di non lasciare l’Italia nella palude. Se saremo in grado di lasciare agli altri il monopolio della paura, del complottismo e della disperazione, daremo significato a chi oggi, saltando il ponte, ha dato fiducia al Partito Democratico’.

 

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