Povertà lavorativa e salario minimo

Il gruppo guidato dall’economista Andrea Garnero ha presentato al ministro Orlando il pacchetto di “Interventi e misure di contrasto alla povertà lavorativa” con cinque proposte. Secondo il rapporto, oltre un lavoratore italiano su dieci versa in condizioni di povertà, mentre almeno un quarto degli occupati percepisce un salario basso. E la crescita dei contrattini da poche ore e settimane è tra le cause principali. Tra le proposte avanzate, un salario minimo legale e in-work benefit, ovvero un’integrazione al reddito povero che metà dei Paesi Ocse al momento non ha.

Secondo Maurizio Del Conte, ex presidente di Anpal, la causa del lavoro povero va ricercata anche nel fatto che il 10-15% dei lavoratori italiani non è coperto dai contratti collettivi.

Intanto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha raccomandato alle agenzie federali di innalzare il salario minimo per i dipendenti pubblici a 15 dollari l’ora.

Un Paese per giovani Il think tank Tortuga ha realizzato un report con una serie di proposte di riforma fiscale che riguardano gli under 30 italiani. Secondo le simulazioni degli economisti, un taglio dell’Irpef per i più giovani avrebbe un effetto regressivo, mentre sarebbe più efficace intervenire sul fronte dei contributi, con uno taglio strutturale e permanente dei contributi previdenziali.

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