Policlinico Tor Vergata: debiti alla Regione Lazio e beni ad una fondazione, interrogazione in Sentato

Ben 51 senatori hanno presentato, una decina di giorni fa, un’interrogazione ai ministri di Istruzione, Salute ed Economia sul “conferimento in proprietà dei beni mobili e immobili” del policlinico Tor Vergata di Roma (tra gli ospedali più importanti della Capitale che sorge su terreno di proprietà dell’ateneo omonimo) al patrimonio di una fondazione ancora da “istituire, di cui non si conoscono atto costitutivo e statuto, né si è a conoscenza se nella compagine associativa si vorrà dare ingresso a soggetti privati”. Inoltre, secondo gli interroganti, i debiti contratti negli anni se li accollerà la Regione Lazio, tant’è che i senatori chiedono nell’interrogazione “se sia possibile l’operazione di integrale manleva dai debiti contratti dall’ateneo, anche mediante rapporti di mutuo col mutuante Cassa depositi e prestiti, da parte della Regione Lazio”. “Nel corso degli anni – si sottolinea nell’interrogazione – complice la crisi economica globale e il piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria cui è soggetta la Regione, la gestione del policlinico ha accumulato una significativa mole di discutibile debito, soprattutto nei confronti dell’ateneo. Da una nota diffusa dal direttore generale nel settembre 2018, negli anni il disavanzo ha toccato punte tra i 70 milioni e i 25 milioni di euro”.

Il soggetto giuridico individuato originariamente per la gestione del policlinico è stata l’azienda ospedaliera universitaria, istituita nel 1999. Nel 2008 poi, in base alle previsioni del protocollo d’intesa Regione-ateneo del 2005 e una legge regionale del 2007, la Regione e l’ateneo hanno proceduto alla costituzione della fondazione policlinico Tor Vergata. Nel corso del 2017 infine la Regione e l’ateneo hanno stipulato il nuovo protocollo d’intesa oggetto dell’interrogazione in questione.

Nell’interrogazione i senatori firmatari sottolineano anche che “i contenuti dell’accordo, che dal 1° gennaio 2018 impegnano un soggetto giuridico ancora da istituire, sono stati accettati dalle parti in assenza di preventiva determinazione del valore immobiliare dei beni del policlinico, che ammonta a circa 140.000 metri quadrati coperti, oltre a terreni con diritto di superficie”.

Anche i sindacati di categoria e circa 100 dipendenti del policlinico sono preoccupati e hanno deciso di impugnare il protocollo d’intesa al Tar, per accertare le eventuali violazioni di legge contenute nell’elaborato e il futuro stato giuridico previsto per la nuova fondazione. E, in attesa che la vicenda venga discussa dal tribunale amministrativo il prossimo novembre, i 51 senatori hanno chiesto chiarimenti ai ministri competenti. Oltre alla questione debiti che si sobbarcherà la Regione gli interroganti chiedono di sapere “se sia possibile procedere alla sottoscrizione del protocollo in assenza di una determinazione del valore immobiliare dei beni del policlinico, se sia possibile impegnarsi a cedere un bene pubblico senza procedere ad una preventiva valutazione del valore economico, della legittimità dei rapporti attivi e passivi contratti, senza conoscere quale sarà la composizione e le finalità del soggetto giuridico finale cui conferire il bene, se l’iter procedimentale per l’adozione del protocollo si sia svolto nel modo corretto in tutte le sedi opportunamente individuate, sia presso la Regione che presso l’ateneo e infine se tale operazione possa essere connotata da un elevato rischio di svendere, a mani private, enormi e insostituibili patrimoni pubblici”.

 

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