Pol provinciale, manifestazione a Montecitorio contro lo smembramento del Corpo

ROMA – Si è svolta oggi davanti Montecitorio la manifestazione della Polizia provinciale contro il ddl 78 del 2015. La protesta è stata organizzata da tutti e tre i sindacati (Cgil, Cisl e Uil) con lo scopo di annullare il decreto che obbligherebbe gli agenti a transitare verso i comuni. A partire dalle 10 e 30 sono confluiti da tutta Italia centinaia di poliziotti provinciali. I poliziotti in protesta affermano che attraverso questo passaggio si verrebbe a creare un vuoto ambientale. Il corpo della Polizia provinciale, creato nel 1910, infatti si occupa per 1/3 dei crimini ambientali (il resto se lo spartiscono la Forestale, il Noe e la Guardia di finanza): lotta al bracconaggio, controllo del ciclo e del traffico di rifiuti, uso delle acque e del suolo, inquinamenti, edilizia, cave, ecc.
Secondo il decreto, il corpo di Polizia provinciale verrebbe smembrato per poi passare nei comuni a macchia di leopardo. Il rischio è che chi si è sempre interessato di problematiche ambientali possa ritrovarsi a occupare una posizione in cui non ha competenze. O rimanere disoccupato, ma messo in Cassa integrazione. Ciò che gli agenti richiedono è che la Provinciale venga assorbita dalla Polizia di stato e che di essa diventi un sorta di corpo speciale. In sostanza, vorrebbero diventare Ps ma mantenere le stesse funzioni. Non solo. Per i lavoratori sarebbe sensato che anche le centrali operative venissero unificate in modo da gravare meno sulle casse dello Stato e di dipendere da un solo ministero: quello degli Interni. Infatti ogni corpo di polizia dipende da uno specifico ministero (Gdf dalla Difesa, Provinciale dal ministero dell’Agricoltura, e così via). In questo modo sarebbe anche più facile coordinare le operazioni. A volte, spiega uno dei manifestanti, capita che la Provinciale riceva una chiamata e al suo arrivo sul luogo trovano già i Carabinieri per lo stesso motivo.
Gira voce, inoltre, tra i manifestanti che in realtà in gioco ci siano anche i poteri forti. È il business dei rifiuti che ha costi elevatissimi. Spiegano alcuni agenti che smantellare i rifiuti in maniera legale comporta uno sproposito agli imprenditori. Perciò l’impresario di turno preferisce rivolgersi ai criminali che a costi molto più bassi si occupano del problema. E quindi spingerebbero per avere meno controlli sullo smantellamento. Sembrerebbe che siano scomodi, denunciano alcuni di loro. Denunciano anche, però, che il Governo abbia deciso di prendersela con loro, e con la Forestale, perché sono i due corpi più piccoli (2800 lavoratori il primo, 7500 il secondo) e quindi i “più deboli” fra tutte le polizie. Comunque, alcuni politici sono oggi scesi e si sono intrattenuti con i poliziotti manifestanti. Fra di essi Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, e Giuseppe L’Abbate, deputato del Movimento 5 stelle che ha espresso solidarietà ai manifestanti. Solidarietà pervenuta, anche e soprattutto, da tutte le associazioni ambientaliste come il Wwf e Legambiente. Anche Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde, si è interessato della questione, soffermandosi per circa un’ora fra il personale della Provincia. “Con Polizie Provinciali contro decreto incostituzionale del Governo Difesa ambiente va rafforzata non distrutta”, ha scritto su Twitter.
Ora bisognerà aspettare come si comporterà l’esecutivo. Ma sembra una lotta impari, visto che il Governo Renzi pone la fiducia per ogni cosa. Fiducia che però manca ai poliziotti della provinciale scesi in piazza, visto anche i vari tagli che hanno smembrato l’equipaggiamento del corpo. Mancano auto, divise e strumenti di lavoro. E a Vibo Valencia da 6 mesi non ricevono lo stipendio.

Alessandro Moschini

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