Pino Daniele: doppio funerale, prima a Roma e poi a Napoli

Oggi i due funerali di Pino Daniele: alle 12 al Divino Amore di Roma, poi alle 19 nella basilica reale San Francesco di Paola a Napoli. Ieri sera in 100mila in piazza del Plebiscito a Napoli per il flash mob dedicato al cantautore, morto tre notti fa per un infarto a 59 anni. Procura di Roma indaga per omicidio colposo, disposta l’autopsia dopo le esequie ed il procedimento, al momento contro ignoti, è affidato al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e Marcello Monteleone. L’indagine vuole accertare se la richiesta di andare a Roma, dopo essere stato colto da malore, sia arrivata effettivamente dallo stesso artista partenopeo. Secondo quanto accertato la sera del 4 gennaio la compagna di Daniele, Amanda Bonini, chiamò il 118 per chiedere l’intervento di una ambulanza. I medici, arrivati nella zona del casale dove viveva Daniele, contattarono di nuovo i familiari i quali comunicarono che si sarebbero recati con mezzi propri a Roma dal cardiologo di fiducia del cantante. Sono favorevole all’autopsia sul corpo di mio marito, se è un passaggio necessario a stabilire la verità sulla sua morte, dice Fabiola Sciabbarrasi, mentre entra per l’ultima volta nella camera ardente, prima dei funerali del cantautore: “Amanda, che era l’unica in macchina con Pino nell’ultimo viaggio, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli”. Napoli ha ricordato ieri   Pino con una marea di fan di tutte le età che ha invaso Piazza Plebiscito. ”Una partecipazione enorme, almeno in 100 mila, per il flash mob dove c’erano persone di ogni età. É un fatto molto significativo che si possano celebrare i funerali anche qui,l’abbraccio è stato unico e Napoli doveva dargli il saluto nella ‘sua’ piazza’”, dice sindaco Luigi De Magistris, molto contento per la decisione assunta dalla famiglia, non ha ancora deciso se parteipare ai funerali che si terranno alle 12 a Roma vista la necessità di coordinare la macchina organizzativa che si metterà in moto in vista dell’appuntamento napoletano. La grande partecipazione registratasi in Piazza del Plebiscito, infatti, induce a predisporre un’adeguata accoglienza per le migliaia di persone desiderose di dare l’ultimo saluto all’artista. In ogni caso, si sottolinea dallo staff di de Magistris, che il gonfalone del Comune di Napoli sarà portato in prima fila ai funerali a Roma. Famiglia divisa per il doppio funerale e polemiche dei fan per la camera ardente. L’onda d’urto emotiva causata dalla morte di Pino Daniele, lascia anche il giorno della camera ardente una scia di polemiche che la famiglia del cantautore, evidentemente divisa, si sforza solo parzialmente di rimettere insieme come le tessere di un difficile mosaico. E ogni incertezza di un gruppo familiare composito,  due ex mogli, una compagna, cinque figli, cinque tra fratelli e sorelle, diversi nipoti, sembra aggiungere incertezza all’addio al cantautore che si annuncia lungo e complesso. Intanto viene alla luce l’esistenza di un testamento nel quale Pino Daniele ha espresso la precisa volontà di essere cremato e che forse porterà qualche certezza ma sarà anche ulteriore motivo di frizione in una famiglia dalle molte anime. Così per lui che amava la riservatezza ci saranno addirittura due funerali pubblici, uno a Roma e uno a Napoli, la mattina e il pomeriggio, mentre rimane ancora oscuro il luogo in cui troveranno alla fine riposo le sue ceneri: forse la Toscana, forse Roma, forse Napoli. Intanto la giornata si apre in modo sgradevole con la notizia che nella camera ardente sarebbe stata violata la sua privacy e il buon gusto perchè qualcuno ha fatto una foto alla salma e l’ha messa su internet, dice Enzo Gragnaniello comunicando lo sconcerto dei familiari. “È una cosa bruttissima”, dice “ed una mancanza di rispetto. Rappresenta un sacrilegio per chiunque sia cattolico”. Ma non sono solo i parenti ad essere infastiditi, anche i fan assiepati davanti alla camera ardente si lasciano andare alle proteste perchè ad un certo punto i cancelli vengono chiusi a loro ma non ad alcuni vip, e di conseguenza vengono poi brevemente riaperti. In questo stato confusionale in cui si svolge la giornata la famiglia tenta almeno di fare chiarezza sui tanti punti interrogativi lasciati sui fatti delle ultime ore di vita di Pino Daniele. E’ questa volta la famiglia intera” ad intervenire, con un comunicato, per spiegare che ”dopo il malore che lo ha colto nella sua casa in Toscana domenica sera ha espresso decisa volontà di essere portato a Roma all’ospedale Sant’Eugenio per essere soccorso dall’equipe di medici da cui era in cura da anni e quindi di sua fiducia”. Intanto il tabulato delle chiamate al 118 di Grosseto fatte domenica sera quando si è sentito male nella sua casa in Maremma, è stato acquisito dai carabinieri di Orbetello e, da quanto emerso dai controlli effettuati anche sui tempi di spostamento dell’ambulanza, non risultano anomalie nella ricostruzione degli orari di intervento dei soccorritori fatta dalla Asl. Ancora dalla famiglia viene invece smentitocategoricamente che l’automobile che lo trasportava a Roma abbia forato una gomma lungo il tragitto, rallentando la corsa verso l’ospedale”, come era stato riferito da un amico del cantante. E’ la famiglia ad affermare poi l’esistenza di un testamento nel quale l’artista esprime la precisa volontà di essere cremato. Il fratello Carmine e le sorelle Rosanna e Patrizia non andranno a Roma al funerale voluto dalle figlie che si svolgerà alle 12 al santuario del Divino Amore. Per quanto riguarda gli altri due fratelli di Pino Daniele, Nello e Salvatore la nipote ha detto che decideranno nelle prossime ore su una eventuale presenza a Roma.  E sono state convulse, piene di scelte istintive, di incidenti, le ultime ore di vita di Pino Daniele, come le raccontano gli amici, i fratelli, il suo medico di fiducia. Per la sera del 4 gennaio aveva prenotato un tavolo in pizzeria per 7 persone, ma nel tardo pomeriggio hanno chiamato per disdire e due ragazzi, il figlio della compagna e una figlia del cantante, sono passati a prendere le pizze da portare a casa, intorno alle 20,30. Alle 21.12 del 4 gennaio, dalla casa di Pino Daniele in Maremma, nella campagna tra Magliano e Orbetello, arriva al 118 di Grosseto una chiamata di soccorso. Secondo il responsabile del 118 dell’Asl di Grosseto, Robusto Biagioni, dopo 19 minuti, alle 21.31, l’equipaggio dei soccorritori comunica alla centrale la chiusura dell’intervento e il suo rientro, avendo avuto comunicazione che il paziente stava andando a Roma. Tra le 21.25 e le 21.29 qualcuno dell’equipaggio dell’ambulanza contatta il cellulare che aveva chiamato per il soccorso, chiedendo maggiori precisazioni sull’indirizzo e che venga accesa una luce dalla casa. Dalla Asl si spiega che l’ambulanza non era comunque lontana dall’abitazione del musicista, ma chi ha risposto avrebbe spiegato che il paziente stava andando a Roma. Così l’ambulanza si è fermata ed è tornata indietro. Alle 21.31 la registrazione del rientro.Pino si e’ sentito poco bene a cena  a Orbetello, ma si fidava solo del suo cardiologo quindi ha chiesto alla compagna di portarlo a Roma”, spiega Michele, un amico. Ho sentito Pino qualche giorno fa, dopo Capodanno, stava bene, dice Carmine, uno dei fratelli, purtroppo in famiglia siamo sei fratelli, tutti cardiopatici, e Pino voleva farsi visitare dal suo cardiologo di fiducia, il primario di questo ospedale, un amico. Il primo intoppo è stato non fermarsi all’ospedale di Grosseto. Poteva salvarsi. E’ proprio il suo cardiologo di fiducia, Achille Gaspardone, Direttore UOC di Cardiologia all’Ospedale S. Eugenio di Roma, a ricostruire la dinamica della tragica serata sottolineando alcune incongruenze: “Dopo 30 minuti” dalla richiesta di soccorso per Pino Daniele, spiega, l’ambulanza non era ancora arrivata, pur confermando che è stata comunque una espressa volontà dello stesso Pino Daniele farsi portare a Roma, al S. Eugenio. D’altro canto, ha rilevato lo specialista, la sintomatologia che il cantante presentava, poi rivelatasi un infarto, era molto atipica. Intorno alle 22.40 la macchina arriva finalmente al pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma, ma Pino Daniele non ce la fa: E’ giunto cadavere al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Eugenio di Roma”, dice ancora Gaspardone, “Sono state fatte tutte le manovre di rianimazione – ma Pino Daniele era già morto”. 

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