Pietro Bartolo: ‘Altro che Oscar, voglio sognare la fine degli sbarchi’

E’ il medico di Lampedusa, si occupa del poliambulatorio dell’isola dal 1991 ma il suo lavoro sin da quei primi anni è diventato anche drammaticamente altro. Pietro Bartolo, protagonista di Fuocoammare, testimonial del film di Gianfranco Rosi, scelto come candidato italiano all’Oscar straniero e iscritto nella selezione per il miglior documentario, è diventato un personaggio simbolo dell’Italia che accoglie, che resta umana e che non è indifferente alla tragedia degli sbarchi. La sua storia è raccontata nel libro in uscita da Mondadori, ”Lacrime di sale” scritto con Lidia Tilotta, giornalista della Tgr, quasi un’autobiografia. Dopo aver accolto un altro sbarco, Bartolo è Parigi con Rosi, nel giorno in cui Fuocoammare esce in Francia, forte della neo candidatura e dell’Orso d’oro a Berlino vinto a febbraio. ‘Siamo riusciti ad accendere un faro in Europa. Ora lo abbiamo acceso nel mondo. Questo grazie a Gianfranco. Sono anni che volevamo che si accendesse questo faro e spero che attraverso questo messaggio si possa contribuire a dare fine a questa tragedia. La gente comincia a capire e voglio sognare che sarà così. Per me Gianfranco è stato il genio della lampada. Per me io già vinto tutto’, commenta a caldo Bartolo.

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