Si è svolto ieri il primo confronto al ministero del Lavoro tra governo e Cgil, Cisl e Uil sulla modifica della legge Fornero, sulla previdenza e sulle politiche del lavoro. Il governo, a quanto pare, sta valutando un intervento sulle pensioni minime. La notizia è che dopo lungo tempo il governo ha proposto di avviare un confronto di merito sui grandi temi della previdenza e del lavoro. E’ il risultato della iniziativa dei sindacati, innanzitutto quella sulla piattaforma delle pensioni, tenendo sempre alta la pressione. Non è una novità da poco. Il premier annuncia: ‘Noi non pensiamo che la concertazione sia la coperta di Linus della quale non si può fare a meno. Se c’è siamo più contenti e se si possono fare gli accordi noi siamo qui. Non è che noi siamo ideologici, siamo pronti a farli e li abbiamo fatti come nel caso Eletrolux o Lamborgini’. Il governo ha intenzione di modificare la legge Fornero sulla previdenza introducendo maggiore flessibilità con la Legge di Stabilità. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sottolinea che il confronto prosegue con 2 distinti incontri su pensioni e politiche del lavoro. Ha poi spiegato che al momento non è entrato nel merito nè sugli interventi nè sulle risorse, ma che l’obiettivo è arrivare a soluzioni condivise: ‘Bene i vincoli di bilancio ma restano sempre i nostri paletti’. Il ministro si è impegnato a convocare successivi incontri di merito in cui sarà verificato se il confronto si traduce in una effettiva disponibilità a costruire soluzioni o si limita semplicemente all’ascolto. Nei temi che il ministro ha messo sul tavolo c’è la previdenza, il lavoro, lo sviluppo e la crescita. Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera afferma: ‘Se cambia il clima è perchè è cambiata la situazione: la manovra Fornero si fece in un momento di emergenza per i conti pubblici ed in un contesto nel quale si doveva sostenere, anche a costo di dire il falso, che il sistema pensionistico non era sostenibile. Oggi, è lo stesso Renzi a propagandare giustamente che c’è una ripresa dell’economia, seppure debole. Per quanto riguarda le pensioni nel Documento di Economia e Finanza è chiaramente spiegato che il risparmio pensionistico, dal 2004 al 2050, sarà di 900 miliardi di euro. Alibi non ne esistono più: semmai c’è qualcosa da restituire ai lavoratori in termini di flessibilità ed ai pensionati in termini di pensioni più basse. Ci auguriamo che il confronto porti ad una conclusione condivisa e che si apra anche con il Parlamento: alla Camera, dal 2013, è stata presentata una proposta di legge sulla flessibilità e sui lavoratori precoci attualmente in discussione in Commissione lavoro della quale il Governo dovrebbe tenere conto è che va nella stessa direzione delle richieste unitarie del sindacato’.
Roberto Cristiano