“Il Governo Prodi, nel 2007, aveva istituito per la prima volta un tavolo di concertazione con i sindacati dei pensionati. Si trattava di una innovazione molto importante che si proponeva di coinvolgere i soggetti direttamente interessati alla tutela del potere d’acquisto delle pensioni. Il successivo Governo Berlusconi ha subito abbandonato questo strumento. Migliore sorte non e’ toccata con gli altri Governi”,  dichiara in una nota il Presidente della    Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano.    Adesso  noi pensiamo che sarebbe il caso di ripristinarlo per decidere quale sia il meccanismo migliore per restituire gli aumenti della mancata indicizzazione alle pensioni superiori a tre volte il minimo. Le scelte unilaterali senza un confronto preventivo con le parti sociali, quale che sia il Governo in carica, portano piu’ facilmente a compiere degli errori, come si e’ visto.    Tra le altre cose  va considerato che il sistema previdenziale ha bisogno di correzioni, come l’introduzione di un criterio di flessibilita’ nell’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni, che richiedono l’investimento di risorse. Per questo un tavolo di confronto servirebbe per ricostruire un quadro generale di interventi sulla previdenza e per calibrare la distribuzione delle risorse tra le varie correzioni da apportare. Altrimenti c’e’ il rischio di chiudere una falla e di aprirne altre procedendo per aggiustamenti parziali e contraddittori. Sappiamo che il Premier Renzi non ama la concertazione, ma in questo caso il ripristino di una logica di dialogo sociale sarebbe salutare per il Governo e per il Paese.