PENSIONI E DAMIANO: “SERVE OPZIONE DONNA, NON OPZIONE MAMMA”

La notizia che nella legge di Bilancio è stato inserito il prolungamento per un anno dell’APE Sociale e di Opzione Donna mi aveva rassicurato, anche se sarebbe ora di rendere strutturali queste normative. Poi, leggendo meglio i resoconti dei quotidiani, è emerso il fatto che Opzione Donna è stata pesantemente modificata: si parte sempre da 58 anni con il ricalcolo di tutto l’assegno con il metodo contributivo, ma l’accesso alla pensione è legato al numero dei figli. Sono rimasto basito: si va a 58 anni se si hanno 2 o più figli, a 59 con 1 figlio e a 60 se si è senza figli”, afferma in una nota Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare. “Mi domando: quante penalizzazioni e quanti ostacoli debbono ancora affrontare le donne? Non basta, con il ricalcolo contributivo, un taglio dell’assegno fino al 30%? Occorre anche introdurre un premio-punizione legato alla maternità? Mi auguro che Giorgia Meloni ci ripensi e metta un riparo a questo errore clamoroso e umiliante ripristinando la vecchia normativa. Noi vogliamo Opzione Donna, non Opzione Mamma”.

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