Pensioni d’oro, taglio dei vitalizi addio: demolito provvedimento simbolo del M5S

 Le pensioni d’oro agli ex senatori potrebbero tornare molto presto. A quanto pare il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle rischia di sgretolarsi sotto gli occhi impotenti di Di Maio, Fico, Fraccaro e tutti gli altri.

Il provvedimento simbolo dei pentastellati, e sostenuto anche dall’economista ed ex presidente dell’Inps Tito Boeri, era stato infatti aspramente criticato da più di mille ex inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama, che avevano alzato le barricate fino ad arrivare, in più di 2mila casi, a presentare ricorso in Cassazione.

È il caso, ad esempio, dell’ex parlamentare e giurista Paolo Armaroli. Peccato che gli sia andata male, perché la Corte ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, sostenendo che le controversie in merito alle indennità parlamentari e ai vitalizi “non possono che essere decise dagli organi dell’autodichia, la cui previsione risponde alla medesima finalità di garantire la particolare autonomia del Parlamento” (anche se non si esclude che questi stessi organi possano sollevare eventuali questioni di legittimità costituzionale).

Dunque, è la Commissione Contenziosa di Palazzo Madama che deve decidere. Ma facciamo un passo indietro: l’Ufficio di presidenza guidato dal capo del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati aveva imposto il ricalcolo degli assegni degli ex senatori con il metodo contributivo.

La riduzione dei vitalizi mensili era arrivata a circa il 45% rispetto a prima, con picchi persino dell’85%. I più colpiti sono stati gli ex senatori molto anziani, gli ultra ottantenni per intenderci, che in diversi casi si sono visti tagliare l’assegno da 2.500 euro a 800. Il taglio dei vitalizi targato 5 Stelle, entrato ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2019, ha riguardato 1.338 ex deputati, generando un risparmio di 44 milioni di euro in un anno.

Ebbene, la “sentenza” della Commissione Contenziosa di Palazzo Madama arriverà tra qualche settimana, ma secondo le prime indiscrezioni il suo orientamento sarebbe piuttosto chiaro: annullare la delibera, demolendo uno dei punti cardine del programma del M5s. Questo per quanto riguarda, però, solo i senatori, perché proprio per il principio dell’autodichia, cioè la facoltà di decidere autonomamente tra i due rami del Parlamento, l’eventuale decisione di Palazzo Madama non si applicherebbe agli ex deputati,

Come prima cosa il provvedimento – questo sembra anticipare la Commissione – deve avere carattere temporaneo. Ok dunque alla decurtazione dei vitalizi, ma non per sempre.

Inoltre, la riduzione dell’assegno non potrà essere superiore al 20%, e sarà probabilmente necessaria una modifica del metodo di calcolo contributivo. Il taglio dei vitalizi, dunque, potrebbe essere trasformato in un nuovo contributo di solidarietà, ben diverso da quanto sostenuto dai 5 Stelle.

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