Pensioni, cumulo gratuito più vicino per i liberi professionisti

Va verso l’applicazione la disciplina sul cumulo gratuito dei contributi dei professionisti frutto di carriere ‘spezzate’ (versati, cioè, in più gestioni previdenziali).

 Questa disciplina, consentita dalla legge di Bilancio per il 2017, è stata discussa nei giorni scorsi fra i tecnici dell’Inps e delle Casse di previdenza private per far sì che la possibilità possa essere sfruttata dai liberi professionisti già entro la fine di febbraio, considerando che prima dovranno esserci altri passaggi, fra cui la sottoscrizione di una convenzione quadro condivisa e di singole convenzioni delle Casse con l’Inps sulle procedure attuative. Si stima che siano 10mila professionisti interessati.
Nei giorni scorsi, l’Adepp (l’Associazione che riunisce gli Enti previdenziali) aveva ricordato di aver inviato il 24 novembre del 2017 la propria proposta di convenzione con l’Istituto pubblico, non avendo, aveva specificato il presidente Alberto Oliveti, mai smesso, in questi lunghi mesi, di sollecitare soluzioni a breve tempo, affinché gli iscritti potessero avere risposte ed indicazioni per esercitare il proprio diritto di cumulare i periodi assicurativi maturati, predisponendo, pur di fronte a incertezze dovute ad una norma non chiara ed esaustiva, azioni per attuare al meglio e prontamente quanto verrà stabilito, modificando regolamenti, o adottando delibere, raccogliendo le domande e le istanze presentate, in un confronto continuo e trasparente con i propri professionisti.

Ricordiamo che il diritto alla pensione di vecchiaia in cumulo   si matura in base al requisito più elevato previsto dalle gestioni a cui sono stati versati i contributi da cumulare. Nel caso di pensione di vecchiaia, l’Inps inizia comunque a pagare la sua quota quando si matura il requisito previsto dalle proprie regole, ossia 66 anni e sette mesi.

Per la pensione anticipata il riferimento è invece quello dei 42 anni e sette mesi per gli uomini e di 41 e sette mesi per le donne, previsti dalla Riforma Fornero. Bisogna poi tener conto di eventuali altri requisiti (diversi da quello anagrafico e contributivo) previsti dagli istituti previdenziali di appartenenza (ad esempio, la cancellazione dall’albo).

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