Pdl diviso sul condono. Cicchitto: “Non è un tabù”. Casero: “Non si farà”

Il decreto legge per rilanciare lo sviluppo dovrebbe essere presentato alla fine del mese e non conterrà provvedimenti di amnistia fiscale. La rassicurazione arriva direttamente dal sottosegretario all’Economia Luigi Casero dopo una mattinata passata tra smentite e conferme, soprattutto da parte di Cicchitto. “La posizione del governo non è cambiata rispetto a venerdì”, ha detto Casero riferendosi alla nota della presidenza del Consiglio che ha smentito nettamente l’ipotesi di un condono allo studio. “Crediamo che inserire il condono nei provvedimenti che stiamo preparando non sia praticabile, siamo contrari sia da un punto di vista etico-politico, perché frenerebbe la lotta all’evasione che stiamo facendo, sia da un punto di vista tecnico, perché abbiamo inserito consistenti risorse dalla lotta all’evasione nelle ultime due manovre e questo vanificherebbe questi introiti nelle entrate correnti”, ha aggiunto. E, precisa il sottosegretario, una norma del genere “sarebbe immediatamente bocciata dall’Europa”. Per Casero il condono sarebbe una misura che darebbe un “messaggio negativo” e quindi da scartare . Insomma il condono non si farà, almeno per ora, stando alle parole del sottosegretario. Casero ha anche fissato nella fine di questo mese la deadline per la presentazione del decreto sviluppo, su cui il governo e la maggioranza continuano a lavorare e la cui presentazione continua a slittare. “Entro fine ottobre presenteremo il decreto sviluppo”, ha precisato .

Cicchitto. Non è un tabù. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, non ci sta a questa chiusura del sottosegretario. Il condono non è un tabù e le critiche delle opposizioni non lo intimidiscono. “Ci ripromettiamo domani di ritornare sui temi economici in forma più meditata. Oggi – prosegue – ci limitiamo ad osservare che invece di fare una discussione seria, senza tabu ideologici di alcun tipo su come il nostro Paese può di qui alla fine della legislatura misurarsi con il nodo decisivo dell’abbattimento del debito si è sviluppata una discussione che si è incentrata soltanto sul problema del condono”. “Su di esso – continua Cicchitto –  poi si sono concentrate le polemiche che non ci intimidiscono affatto per cui non ritiriamo la questione. Alcuni si sono esercitate in polemiche di segno ideologico che non ci hanno sorpreso visto che provengono dalla Cgil e dal partito democratico che hanno contestato anche la lettera della Bce, altri invece hanno colto l’occasione a buon mercato per rifarsi una verginità, altri ancora hanno riscoperto Savonarola, anche perché forse pensano che facendo solo tagli lineari e lotta all’evasione senza alcun tipo di politica per la crescita si possa prescindere da ogni ricerca del consenso sociale, visto poi che la responsabilità politica di quest’ultimo viene riversata solo sul Presidente del Consiglio”. Per il presidente dei deputati del Pdl in gioco ci sono i conti da salvare dell’Italia e la “vera etica è salvare il Paese”.

La Russa. Un antibiotico forte, valutiamo. “Il condono è un antibiotico molto forte per un paziente molto malato, bisogna vedere se le controindicazioni superano il beneficio”. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa parlando dall’ospedale Niguarda di Milano dove ha fatto visita a Luca Barisonzi, l’alpino ferito in un attentato in Afghanistan a gennaio, si dice possibilista. “Discutiamone, non sono così presuntuoso da dire sì o ma non diciamo che il condono è un veleno – ha replicato il ministro della Difesa – non si muore di condono: può fare male ma bisogna vedere se non applicarlo sia un male peggiore”.

Ieri Umberto Bossi ha manifestato il suo scetticismo sul condono ma non ha chiuso del tutto la porta. Deve cercare di mediare tra il suo amico Tremonti e l’alleato Berlusconi. Il condono potrebbe essere una carta da giocare, ma non subito. Se mai si creassero le condizioni, l’unica possibilità percorribile è “un emendamento al Ddl di conversione del decreto sviluppo”. L’ultima parola spetta comunque a Silvio Berlusconi. Il Cavaliere tiene la carta sul tavolo. Ma dovrà giocare una nuova partita con Tremonti, contrario ad una misura ‘incentivo’ all’evasione. Sentire il vero umore di Bossi, che oggi affronterà il tema con il ministro dell’Economia in un nuovo faccia a faccia a via Bellerio. E infine Berlusconi dovrà mediare con i frondisti del partito, che nel chiedere un cambio di passo di ampio respiro partono dai singoli provvedimenti. E il condono è uno di questo e per Roberto Formigoni “non è la scelta giusta”.

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