Massimo D'Alema in una immagine del 21 marzo 2015. ANSA/ ANGELO CARCONI

Pd e D’Alema: ‘Serve centrosinistra alternativo a Renzi’

‘Bisogna compiere un lavoro di ricostruzione del centrosinistra, non di creazione di un partitino alla sinistra del Pd. È una battaglia politica e culturale che passa sia all’interno che all’esterno del Pd, perché molti hanno deciso di andarsene. Ci sono diverse personalità intorno a cui si può ricreare il centrosinistra in alternativa a Renzi. Quando si arriverà al congresso del Pd questo risulterà alla luce del sole’, dice Massimo D’Alema, intervistato da SkyTg24. In quasi tutte le città in cui si va al voto stanno venendo fuori candidature e liste, nell’ambito del centrosinistra, fuori o in polemica con il Pd, questo è un fatto. Questo fatto testimonia che l’unità del centrosinistra non c’è più, è in crisi. Una parte dei parlamentari che formavano la coalizione elettorale del Pd, ha concluso, sono all’opposizione, viceversa una parte significativa dei parlamentari del centrodestra sono al governo. Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi. Nessuno può escludere che alla fine qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito. La vera sfida è come si ricostruisce il centrosinistra, ed è, oggi, una battaglia che non si conduce più soltanto all’interno del Pd che non ce la fa più a tenere insieme il campo di forze del centrosinistra. E dubito che riuscirà a compensare le masse di voti perse a sinistra alleandosi con il mondo berlusconiano. Renzi ha reciso una parte fondamentale delle radici del Pd. Ha soffocato lo spirito dell’Ulivo e la sua riforma elettorale si ispira a quella di Berlusconi. Si tende a trasformare il Pd nel partito del capo. Chi non si allinea viene brutalmente spinto fuori. Guardo con simpatia alla battaglia della minoranza, ma non mi pare che, purtroppo, riesca a incidere sulle decisioni fondamentali. Loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra, vogliono sbarazzarsene. Una volta lacerato il centrosinistra non viene il partito della Nazione; viene il populista Grillo. O viene la destra. Perché il ceto politico berlusconiano che oggi si riunisce attorno a Renzi non gli porterà i voti di Berlusconi. La destra è confusa ma esiste, e una volta riorganizzata voterà per i suoi candidati. Il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani, sintetizza D’Alema. Sulle elezioni capitoline, non so cosa farà Bray. Certo non ho il minimo dubbio che la sua candidatura sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale, mentre qui pare tutto un giochino interno al Pd. Roma merita un sindaco di alto livello, a prescindere dall’appartenenza di partito. Oggi sconcertante intervista di D’Alema sul ‘Corriere della Sera’. Manda in sostanza quattro messaggi: ‘Non voterà Giachetti a Roma; non voterà sì al referendum costituzionale; detesta Renzi che non lo ha nominato commissario europeo; sta tessendo la sua tela per provare a danneggiarlo il più possibile’. È che il mondo e l’Italia vanno avanti anche senza D’Alema. Anzi il centrosinistra governa e persino vince le elezioni, scrive su Twitter il senatore Pd Andrea Marcucci, commentando l’intervista di Massimo D’Alema.

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