Paziente in cura e assistenza domiciliare integrata

I malati cronici in Italia sono più di 14 milioni, cioè poco meno di un italiano su quattro, circa il 24% degli assistiti dal Servizio sanitario nazionale. Ma secondo i dati Istat 2014, solo tre pazienti su dieci possono usufruire di programmi di supporto integrato. E il XIII Rapporto sulle cronicità di Cittadinanzattiva segnala che circa il 30 delle famiglie italiane ha difficoltà anche per l’accesso ai farmaci. Insomma, c’è un’amplissimo spazio di bisogni sanitari e sociali non soddisfatti che chiedono soluzioni efficaci quanto innovative. A confermarlo c’è anche un’indagine di Gfk–Eurisko, presentata nella sede romana della Luiss mercoledì 17 giugno in un convegno sul tema “Il paziente al centro: Soluzioni innovative di Integrated Health Care per il miglioramento della qualità delle cure e la continuità assistenziale dei centri clinici”, promosso da Domedica. Domedica è l’azienda leader dell’Integrated Health Care e la mission è progettare, avviare e sviluppare soluzioni innovative e all’avanguardia per migliorare le cure, ottimizzare gli investimenti e massimizzare l’utilizzo delle risorse. Domedica è al servizio dei pazienti e dei loro caregiver con l’obiettivo di creare valore anche per i medici, i centri clinici, i payor e le aziende impegnate nell’ambito del Life Science. Integra il proprio modello operativo con l’organizzazione e la strategia del Cliente e comprende le necessità di Medici, Pazienti e Clienti per stabilire una relazione di lungo periodo di reciproca soddisfazione. Non influenza le decisioni cliniche e correlate alla terapia, per le quali il medico rimane l’unico responsabile. Quattro le malattie croniche su cui si è concentrato l’incontro: artrite reumatoide, sclerosi multipla, fibrosi cistica e ipertensione polmonare che in Italia colpiscono complessivamente circa 500 mila  persone, con numeri molto diversi tra loro, ma accomunate dalla necessità di cure che, se erogate attraverso programmi di home care possono migliorare la qualità di vita, l’adesione alla terapia e, last but not least, ridurre i costi per il Servizio sanitario nazionale.«È necessario un cambiamento di paradigma che, per fortuna, anche se lentamente, si sta realizzando nel nostro Paese» sottolinea il presidente di Federsanità Anci, Angelo Lino Del Favero. Occorre integrare prestazioni socio-sanitarie e sociali con le classiche prestazioni sanitarie, avere valutazioni che si basino anche sul grado di percezione del servizio da parte del paziente–cliente con un modello che possa trasferire all’esterno una serie di prestazioni, come per esempio sta avvenendo con le recenti riforme sanitarie in Toscana o in Lombardia che riflettono questo passaggio. Per le aziende si tratta di un nuovo modello di business, destinato a estendersi nei prossimi anni, volto a sviluppare servizi e strumenti che possano favorire l’accesso ai farmaci e la gestione ottimale della terapia da parte del paziente. Con ricadute importanti e positive su tutti gli attori coinvolti, prevede Isabella Cecchini, responsabile del Dipartimento Salute di Gfk–Eurisko. Oltre sette specialisti su dieci sono propensi ad attivare strumenti per favorire la comunicazione con il paziente e migliorare la gestione della terapia; più aperti diabetologi, pneumologi e reumatologi, tradizionalmente orientati a una stretta relazione di counseling con il paziente. Oltre il 50% dei pazienti si dichiara inoltre pronto a entrare attivamente in uno di questi programmi». I tempi appaiono maturi per dare un forte impulso ai programmi di supporto a domicilio dei pazienti: si passa dal “curare” al “prendersi cura”. L’Assistenza Domiciliare Integrata è una forma di assistenza rivolta a soddisfare le esigenze quasi esclusivamente degli anziani, dei disabili e dei pazienti affetti da malattie cronico-degenerative in fase stabilizzata, parzialmente, totalmente, temporaneamente o permanentemente non autosufficienti, aventi necessità di un’assistenza continuativa, che può variare da interventi esclusivamente di tipo sociale ad interventi socio-sanitari. Il suo obiettivo é quello di erogare un servizio di buona qualità, lasciando al proprio domicilio l’ammalato, consentendogli di rimanere il più a lungo possibile all’interno del suo ambiente di vita domestico e diminuendo notevolmente, in questo modo, anche i costi dei ricoveri ospedalieri.  L’assistenza domiciliare integrata fornisce svariate prestazioni a contenuto sanitario, quali prestazioni mediche da parte dei medici di medicina generale, prestazioni infermieristiche, compresi prelievi ematici da parte di personale qualificato, prestazioni di medicina specialistica da parte degli specialisti dell’Azienda Sanitaria Locale dipendenti o in convenzione, prestazioni riabilitative e di recupero psico-fisico, erogate da terapisti della riabilitazione o logopedisti, supporto di tipo psicologico, purché finalizzato al recupero socio-sanitario.Generalmente si accede all’Assistenza Domiciliare Integrata attraverso una segnalazione al Centro di Assistenza Domiciliare dell’Azienda Sanitaria Locale di appartenenza, da parte del medico di base o del sanitario del reparto ospedaliero di dimissione del paziente, da parenti o amici, dalle associazioni di volontariato, dagli altri servizi dell’Azienda Sanitaria Locale. A seconda delle necessità, verranno stabiliti gli interventi domiciliari da garantire all’utente che si trova in stato di bisogno. Il servizio è gratuito e di solito, viene erogato per almeno 5 giorni la settimana.

Clementina Viscardi

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