Patto del Nazareno rotto e Forza Italia sfaldata

Forza Italia, a seguito di un ufficio di presidenza “ristretto” convocato da Berlusconi a Palazzo Grazioli, ufficializza la rottura del patto del Nazareno, ed annuncia che il suo sostegno alle riforme non è più scontato. Contestualmente, alla Camera in conferenza stampa Raffaele Fitto chiedeva l’azzeramento totale degli organi di partito, vista la fallimentare linea del dialogo con il Pd sulle riforme. Forza Italia è quindi un partito sempre più diviso, dove tutti i vertici del partito, a partire dai capigruppo e vicecapigruppo in Parlamento, hanno rimesso nelle mani del leader le dimissioni dai loro incarichi. Dimissioni prontamente respinte da Silvio Berlusconi. Renato Brunetta già  aveva chiesto la possibilità di votare di nuovo a scrutinio segreto le cariche di capogruppo alla Camera ed al Senato. In una nota diffusa al termine della riunione si sottolinea che Forza Italia “sarà libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte”, denunciando, di fatto, il metodo scelto dal Partito democratico per arrivare alla designazione del candidato presidente. “La stima e il rispetto, umano e politico, per la persona designata non possono farci velo nel giudicare inaccettabili le modalità adottate nella trattativa tra le forze politiche dal partito di maggioranza relativa”. Recita la nota. Uscendo da Palazzo Grazioli è l’eurodeputato Giovanni Toti a spiegare l’entità della rottura: “Il patto del Nazareno, così come è stato interpretato fino a oggi, noi lo riteniamo rotto, scegliete voi come possiamo dire, congelato, finito. Il governo ha detto con chiarezza che il cammino delle riforme proseguirà, noi non ci sentiamo legati come successo fino ad adesso a condividerne il percorso nel suo totale. Stando ai numeri che abbiamo espresso in Senato io non starei così sereno Forza Italia è stata più volte determinante”. Anche Il Mattinale, la velina del gruppo azzurro alla Camera, sancisce il cambio di linea: “Voltiamo pagina. Il cosiddetto patto del Nazareno finisce qui. Prendiamo atto della rottura degli accordi e del tradimento della nostra buona fede da parte del presidente Renzi”. A stretto giro arriva la replica del vice segreatrio del Pd Debora Serracchiani: “Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio”. Significativa è invece   la sfida lanciata da Fitto a Berlusconi per il rinnovamento della classe dirigente del partito:”Noi restiamo in Forza Italia ma apriamo con forza un confronto nel partito sulla linea politica e sul suo assetto”. Fitto punta il dito contro gli errori delle ultime settimane e chiede di fare presto: “Non si può più derogare, ce lo chiedono milioni di elettori che ci abbandonano purtroppo ogni giorno come dimostrano i sondaggi”. Fitto torna a rilanciare l’unico metodo che garantisce la partecipazione dei cittadini, ovvero le primarie ed il ricambio della classe dirigente: “Dobbiamo sostituire l’attuale gruppo dirigente con un gruppo dirigente eletto dai nostri elettori. I ruoli, compreso il mio, si devono assumere non perchè si viene nominati ma perchè si viene eletti”. Fitto chiede con forza una svolta ed avverte: “Il logoramento di Berlusconi e di FI sta avvenendo ad opera di altri e quindi se non sarà possibile avviare questo confronto serio nel partito, all’interno, lo faremo partendo dai territori e inizieremo a girare il Paese”. Riguardo all’ ufficio di presidenza “ristretto”, ovvero non allargato, come succede solitamente, anche agli aventi diritto in conseguenza degli incarichi elettivi, convocato da Berlusconi a Palazzo Grazioli, Fitto non riconosce valenza politica, giuridica e statutaria. Fitto in effetti farebbe parte dei 30 membri effettivi, ma ha riferito che non gli è giunta alcuna convocazione a partecipare alla riunione. Che il momento sia difficile per Forza Italia lo si intuisce anche dalla decisione presa dall’ex premier di sconvocare la riunione dei gruppi parlamentari, prevista ieri e rinviata a mercoledì prossimo. Una decisione che testimonia la spaccatura in atto nel partito, e si rincorrono le voci che vogliono alcuni parlamentari azzurri in rotta verso la Lega di Salvini. Intanto, alla Camera l’esame della riforma del Senato riprenderà da martedì 10 e andrà avanti fino a sabato. Governo e maggioranza, protesta il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, violentano il Parlamento imponendo la discussione sulle riforme, il cui iter si concluderà fra uno e due anni con il referendum confermativo, e bloccano l’attività rispetto a provvedimenti attesi dal Paese, a partire dal Milleproroghe al decreto Ilva, dalle banche popolari alla responsabilità civile dei magistrati. A tutti risponde Maria Elena Boschi: “Dentro Forza Italia ci sono correnti diverse: c’è chi ascolta Fitto, chi Letta, chi Toti o Brunetta. Noi non seguiamo le correnti Pd, figuriamoci se possiamo aspettare le correnti FI. Noi pensiamo agli italiani, non a Berlusconi”.

Roberto Cristiano

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