Parlamento, tra equilibri e fughe

 Forza Italia  ha subito una epocale emorragia di parlamentari e consensi che è  senza precedenti nella storia dei partiti italiani. Nuovo Centrodestra che vede crescere accanto ben due formazioni ‘centriste’, Gal e Ala, gli autonomisti di Naccarato e i parlamentari di Denis Verdini. Chi resta in equilibrio è  Beppe Grillo con il suo Movimento 5 Stelle che ha registrato un vistoso calo di senatori e deputati, compensato però dalla crescita del potenziale consenso elettorale. Silvio Berlusconi ostenta sicurezza, ma avrebbe più di un motivo per preoccuparsi. Ha perso 83 parlamentari, 48 senatori e 35 deputati, e quasi venti punti percentuali di consenso  in poco più di due anni. 36 i parlamentari che hanno lasciato,  o sono stati espulsi,  dal Movimento 5 Stelle con  18 senatori e 18 deputati, una predita che gli fa guadagnare il secondo posto,  dopo FI,  nella classifica. Sinistra e Libertà è stato abbandonato da 14 deputati, in assoluto il gruppo parlamentare più penalizzato in percentuale. Il Pd è l’assopigliatutto, guadagnando 37 parlamentari, ma sulla carta sarebbe il Ncd la forza che più di ogni altra dovrebbe gioire, perché è nata con una dotazione di parlamentari davvero ragguardevole con 35 senatori e 33 deputati. Le prove elettorali e le intenzioni di voto però non premiano il partito di Alfano, che ora deve teme l’invadenza dei verdiniani, intenzionati a imboccare la strada dell’affiancamento con il Partito democratico. Mentre Angelino Alfano deve tenere conto della sua metà contraria all’alleanza con il Pd,  Renato Schifani in testa.  Denis Verdini ed i suoi 23 parlamentari hanno fatto una scelta di campo, che potrebbe togliere spazio al Ncd. Dalla stessa costola forzista vengono le altre formazioni, e cioè i Conservatori riformisti di Raffaele Fitto  con 10 senatori e l’Alleanza liberale delle Autonomie, con  12 deputati e 11 senatori. Fitto resta all’opposizione  mentre il Gal di Paolo Naccarato, nato nel centrodestra con  11 senatori  condivide le riforme proposte da Renzi. Solo tracciando il quadro completo è possibile scoprire l’entità dei movimenti registrati nel Parlamento. Le vicende interne al Pd,  con  il braccio di ferro fra renziani e minoranza,  hanno monopolizzato l’attenzione, lasciando ai margini l’evoluzione del quadro politico che sta cambiando di fatto i rapporti di forza al Senato dove la distanza fra maggioranza ed opposizione era risicata.

Cocis

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