Nel corso di queste settimane è diventato uno dei simboli in Italia nella lotta al Coronavirus. Paolo Ascierto, direttore dell’unità di immunologia clinica del Pascale, si è ritrovato ad essere la speranza non solo dei napoletani ma di un’intera nazione alle prese, giorno dopo giorno, con la drammatica ascesa di un virus che ad oggi ha contagiato oltre 40mila persone provocando più di 4mila vittime.

Così uno dei massimi esperti, anche in ambito internazionale, della lotta al cancro si è ritrovato gruppi social dedicati, striscioni di incoraggiamento affissi per le strade di Napoli e una popolarità forse inaspettata. Tutti parlano di Ascierto e del tocilizumab, il farmaco anti-artrite che ha dato miglioramenti nel trattamento della polmonite che complica l’infezione da Covid 19. La sperimentazione clinica del farmaco è stata approvata in tempi record da AIFA e dal Comitato Etico in una sinergia tra ricercatori e istituzioni di tutta Italia. Le richieste di entrare nel protocollo sono centinaia e giungono soprattutto dagli ospedali del Nord, i più colpiti dall’emergenza.

Ascierto e l’equipe medica del Pascale, composta dall’oncologo Franco Perrone, da tanti bravi medici (tra cui Marilena Di Napoli e Marilina Piccirillo) e infermieri, compiono silenziosamente miracoli tutti i giorni. Sono invisibili ai più da decenni ma ci sono sempre stati, ci sono ora e ci saranno sempre. La loro assistenza è una missione che viene celebrata solo quando si sconfigge il “mostro”.
Paolo Ascierto, nonostante gli  indiscutibili meriti legati alla cura del  coonavirus, è praticamente sparito dai tg e dai media nazionali, a differenza del professor Galli  del Sacco di Milano, che continua a parlare ma non si capisce ancora quale contributo abbia dato alla lotta al COVID-19.