Palermo e le bugie di Musumeci. Presentato dossier-esposto su allagamenti al Papireto

Un esposto alla Procura della Repubblica firmato da diversi cittadini e commercianti della zona, insieme ad una interpellanza parlamentare presentata da Claudio Fava all’ARS.
Sono stati presentati ieri, in prossimità del cantiere del Papireto, fermo ormai da alcuni mesi, da Mariangela Di Gangi, candidata nella lista “Progetto Palermo” e da Massimo Castiglia, presidente della Prima Circoscrizione.
I due documenti fanno parte del dossier “le bugie di Musumeci” nel quale si ricostruiscono le vicende che hanno portato al blocco del cantiere, dopo che la Presidenza della Regione, per bocca del dirigente dell’Autorità di Bacino, ha affermato che non esiste un fiume denominato “Papireto”, rifiutando quindi di intervenire per risolvere il problema degli allagamenti nel centro storico della città, in particolare nel mandamento “Monte di Pietà”.
Per Mariangela Di Gangi, “con quella che potrebbe sembrare una battuta, anche se di cattivo gusto, la Regione si rifiuta di adempiere ai propri obblighi di legge, lasciando una parte importante del centro storico in un cantiere immobile ed evitando di risolvere il problema.”
Anche se non avrebbe dovuto essere necessario dimostrare l’esistenza del fiume Papireto, che come tale è citato in decine di documenti e anche in delibere della Giunta e della Protezione civile regionale, i firmatari dell’esposto trasmetteranno alla Procura la copia della Gazzetta Ufficiale dello Stato, nel quale è ovviamente indicato il fiume Papireto fra le “acque pubbliche” della provincia di Palermo, ed anche una sentenza del tribunale del 2015, che proprio per i danni subiti da un commerciante per gli allagamenti in quella zona aveva condannato la Regione al risarcimento per centinaia di migliaia di euro.
Sui danni subiti dai commercianti con lo stallo del cantiere, è intervenuto Massimo Castiglia, che ha ricordato che “la strada è chiusa ormai da 6 mesi, ma mentre il Comune ha fatto la sua parte per mettere in sicurezza la zona, la Regione si rifiuta di avviare i lavori che sono di sua esclusiva competenza. I primi a pagare le conseguenze di questo stallo sono i commercianti, già in difficoltà per la pandemia, e i residenti della zona.”
“Il ricorso alla Magistratura – spiega infine Di Gangi – è un atto estremo, ma di fronte al comportamento assurdo della Regione che arriva a negare l’esistenza del fiume Papireto non ci resta che confidare nel suo intervento per sbloccare la situazione.”
Tutti i documenti citati nel testo possono essere scaricati all’indirizzo http://e.pc.cd/J1gotalK
VIDEO della presentazione del dossier https://drive.protonmail.com/urls/4D390SA608#WDuKKvU0w6il

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