‘Cambiare nome non serve. Il Partito democratico va sciolto e rifondato’, è la posizione  di Matteo Orfini che, dalla sesta edizione della festa di Left Wing, lancia la proposta che scuote i dem: ‘Il partito com’è oggi non funziona dobbiamo costruire una risposta dopo la sconfitta che sia all’altezza della sfida. Stracciamo lo statuto del Pd, sciogliamolo e rifondiamolo.  Basta questa distinzione con la società civile, mettiamo insieme un pezzo di Paese che non condivide le politiche di questo governo e decidiamo insieme la linea politica e la leadership’.

 Orfini raccoglie la sfida di rinnovamento lanciata da Nicola Zingaretti, per ora unico candidato alla segreteria del partito. Per Zingaretti c’è bisogno di una nuova agenda sociale, una nuova agenda politica ma anche della costruzione di una nuova rete che unisca e cambi quello che siamo in Italia e nel Paese. Per questo è molto importante il congresso del Pd: non tanto solo per decidere chi farà il segretario ma per aprire un grande processo di rigenerazione di quello che è il centrosinistra, che tutto deve cambiare.

Orfini apprezza il messaggio del governatore della Regione Lazio, ma non si fa sfuggire l’occasione per punzecchiare il collega di partito:’Le parole di Nicola Zingaretti sui notabili del Pd sono apprezzabili. Però nella sua regione ha candidato Bruno Astorre, che come campione anti notabilato non mi sembra credibilissimo’.

Il congresso si sta imponendo come urgenza nel Partito. Sbrighiamoci a farlo,  incalzava  Paolo Gentiloni, va bene anche litigare ma facciamo presto a trovare una nuova leadership eletta democraticamente, per poi affrontare le battaglie elettorali che ci attendono, dalle amministrative alle Europee.

D’accordo il deputato Francesco Boccia per il quale bisogna superare in fretta ‘il renzismo’ per rimettere insieme un Pd che è ‘solo macerie’.

Zingaretti ha ribadito che  il congresso  si farà prima delle Europee e sarà prima delle Europee. La cosa importante è cominciare a parlare con gli italiani di nuovo, per dire che si può cambiare, che c’è una speranza da ricostruire, che abbiamo capito che le sconfitte vanno prese sul serio, e cambiare.

Orfini ha suggerito che sia il PD a doversi plasmare su quel pezzo di paese, riferendosi a quello contrario al governo di Lega e Movimento 5 Stelle, e non obbligare quel pezzo di paese a plasmarsi sul Pd, senza dovere per questo cambiare nome al partito: ‘Non c’è ancora una data per il congresso del Pd, che porterà all’elezione di un nuovo segretario attraverso le primarie per risolvere la situazione provvisoria che si è creata dopo le dimissioni di Matteo Renzi e la nomina di Maurizio Martina come suo successore’.

Antonella Di Pietro