Orfini: ‘A Roma la mafia c’è ed è forte’

‘Possiamo reagire in tanti modi alla sentenza di ieri, tutti ovviamente comprensibili e legittimi. Ma il più sbagliato è quello forse più diffuso in queste ore: sostenere che si dovrebbe chiedere scusa a Roma perché Roma non è una città mafiosa. Lo dico da romano innamorato della mia città: a Roma la mafia c’è. Ed è forte e radicata’, afferma  Matteo Orfini, presidente del Pd, in un intervento pubblicato sul sito di Left Wing.

Basta fare una passeggiata in centro e contare i ristoranti sequestrati perché controllati dalla mafia. Basta passeggiare nei tanti quartieri in cui le piazze di spaccio sono gestite professionalmente, con tanto di vedette sui tetti e controllo militare del territorio. Basta spingersi a Ostia e seguire le attività degli Spada, o andare dall’altra parte della città dove regnano i Casamonica. Basta leggere le cronache per trovare la mafia ovunque, rimarca l’esponente dem.

 Ma quella di Carminati non è mafia, dice il processo. Vedremo cosa stabiliranno i prossimi gradi di giudizio, ma come scrissi mesi fa, cambia davvero poco. A Roma la mafia c’è e ha dilagato usando la corruzione come grimaldello. Oggi Roma è gestita da più clan che hanno evidentemente trovato un equilibrio tra di loro e si sono spartiti la città. A chi ha iniziato a sgominare questo sistema bisogna solo dire grazie, soprattutto se si pensa che in passato la procura di Roma era nota come il ‘porto delle nebbie.

Farebbe piacere anche a me poter dire che la mafia a Roma non c’è. Ma sarebbe una bugia. Io sono orgoglioso di essere romano. Ed è proprio l’orgoglio che mi fa dire che di fronte a quello che oggi è diventata Roma  bisogna reagire e combattere, non affidarsi a tesi di comodo. Roma non è stata umiliata da chi indaga. Roma è stata umiliata da chi l’ha soggiogata. E da chi non ha saputo impedirlo. Invertire l’ordine delle responsabilità significa continuare a tenere gli occhi chiusi, conclude il presidente del Pd.

‘Ho per la magistratura un rispetto inscalfibile. Ma obiettivamente, senza Mafia Capitale e l’inchiesta sugli scontrini io sarei ancora in Campidoglio. Contro di me ci fu una convergenza opaca di interessi. Non so se qualcuno abbia voluto o tentato di condizionare la magistratura. Ma so che i giudici non sono condizionabili’,  afferma in un’intervista a ‘La Stampa’ l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino all’indomani della sentenza del maxi processo su Mafia Capitale.

Prevalgono un senso di giustizia e la tristezza per l’immagine della città,   dice Marino spiegando che effetto gli fa la sentenza: ‘Non c’è capitale di un Paese del G7 con una classe dirigente così scadente. Anche dal punto di vista criminale, visto che si accontenta di quattro caramelle di tangenti’.

Riguardo allo stato della Capitale guidata dalla sindaca Virginia Raggi il disastro è sotto gli occhi di tutti Chi la guida in questo momento non è all’altezza.

 

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