Oratorio come l’Isola dei famosi contro la dad

 L’idea è partita da Luca, 17 anni, terza liceo scientifico: “Don, perché non creiamo una bolla come quella dell’Nba per stare tutti insieme?” Ottenere i permessi – non lo nasconde don Gabriele Colombo – non è stata una passeggiata, ma poi, fatti i tamponi rapidi e con l’assenso dei genitori, 22 adolescenti si sono trasferiti nell’oratorio Luigi Molina di Biumo, a Varese.
Una sorta di casa comune al tempo del virus, per non sentirsi più soli davanti a un pc, dove la mattina ognuno dei ragazzi, dai 16 ai 18 anni, dopo la sveglia, la preghiera e la colazione, segue le lezioni in Dad, mentre il pomeriggio è dedicato allo sport e ad attività in preparazione della Pasqua.

Il protocollo, oltre al tampone rapido all’ingresso, prevede che non ci siano contatti con l’esterno per 14 giorni. L’unica persona autorizzata a entrare è il cuoco, che prepara pranzo e cena per i ragazzi, che però provvedono a tutte le altre faccende, dal bucato alle pulizie, con turni e compiti assegnati.
Da parte dei ragazzi, “c’è grande serietà e impegno, e, secondo quanto ci dicono i loro genitori, ora sono più sereni.
Ed è quello che vedo ogni giorno anche io: serenità e complicità, ma anche leggerezza, senza dimenticare quello che accade fuori. I ragazzi non si sentono dei privilegiati, stanno vivendo questa esperienza come un dono e non un diritto acquisito”.
Recuperare la socialità anche in tempi di pandemia non è dunque impossibile: “in Italia siamo fermi al livello della polemica, ma abbiamo la possibilità di renderci protagonisti, noi abbiamo studiato bene le possibilità che c’erano e partendo dalla legge abbiamo trovato una soluzione per mandare un segno, per dire che un’alternativa c’è”.

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