Opposizione indiana in piazza contro rottamazione banconote

Sono attese decine di migliaia di persone alla marcia nazionale convocata dall’opposizione oggi in diverse città dell’India per protestare contro la demonetizzazione dei biglietti da 500 e 1000 rupie (6,5 e 13 euro), la valuta più usata nel Paese, voluta dal governo di Narenda Modi per lottare contro la corruzione e il sommerso. La mossa a sorpresa annunciata l’8 novembre dal governo del leader nazionalista indù ha gettato nel caos un Paese dove la gran parte (86%) delle transazioni avviene in contanti. La misura choc vuole lottare contro l’evasione fiscale e far emergere il lavoro sommerso, ma ha avuto come effetto immediato di scatenare lunghe file alle banche, che si sono ritrovate a secco, e di causare un rallentamento delle attività produttive a causa della mancanza di liquidità.

L’agenzia di rating Fitch ha già annunciato che rivedrà le sue previsioni al ribasso, anticipando un “debole” per il trimestre ottobre-dicembre. Il predecessore di Modi, l’ex premier Manmohan Singh, ha accusato il governo di aver compiuto un enorme errore di gestione, un “saccheggio organizzato” dell’economia indiana. La demonetizzazione potrebbe costare all’economia indiana fino a due punti di pil, secondo Singh. La gran parte dei partiti di opposizione ha detto che parteciperà a quella che è stata chiamata “la giornata della rabbia”. Lo stato meridionale del Kerala, guidato dai comunisti, resterà praticamente fermo, riporta la Bbc, mentre un’enorme manifestazione è prevista a Kolkata. Anche a Bangalore, il maggiore partito di opposizione, il Partito del Congresso, terrà una marcia di protesta alla quale sono attese diverse migliaia di persone.

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