Matteo Renzi (C), leader di Italia Viva, con Teresa Bellanova (S), ministro dell�Agricoltura, ed Elena Bonetti (D), ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, in occasione della presentazione del suo libro 'La mossa del cavallo', alla galleria Borghese, Roma, 4 Giugno 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Ok recovery ma crisi alle porte

Il Recovery Plan è stato messo in salvo stanotte nella riunione di Palazzo Chigi, ma la crisi di governo non è affatto scongiurata.

Renzi sembra più che mai intenzionato a consumare lo strappo con Conte annunciando, nella conferenza stampa convocata per oggi  pomeriggio, le dimissioni delle ministre di Italia Viva. Anche se il resto della maggioranza sta tentando di ricucire, dopo aver sottolinato come sta facendo Di Maio da ieri che una crisi con l’emergenza Covid in corso “è assolutamente incomprensibile”. Il primo a scendere in campo è il segretario Dem Nicola Zingaretti che forte del risultato ottenuto stanotte con il via libera al Piano per impiegare i fondi europei, parla della necessità di “riprendere il dialogo” e di “riaprire il confronto all’interno della maggioranza”. Ma anche Beppe Grillo indossa le vesti da paciere proponendo un “patto ai partiti” su Fb: “Stiliamo insieme un patto tra tutti i partiti e lavoriamo per la ricerca di un obiettivo condiviso che altro non può essere che la ricerca del bene comune per il Paese. Lavoriamo uniti” e “cambiamo la nostra prospettiva di ricerca di quello che può essere utile al singolo individuo e raccogliamo l’esortazione che ci indirizza il Presidente Mattarella di diventare costruttori mettendo al primo posto il bene comune dell’Italia”.

E se in mattinata il ministro della Salute Roberto Speranza, nell’aula di Montecitorio, conferma che “l’epidemia è ancora in fase espansiva” chiedendo di tener “fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani”, il premier Conte ieri era stato piuttosto deciso nel mettere in guardia Renzi: se Italia Viva si sfila ora dal Governo basta, non sarà più possibile farla rientrare in un prossimo eventuale nuovo esecutivo.

Intanto si fanno sempre più insistenti le voci di possibili “responsabili” pronti a prendere il posto di Iv al Senato: si accredita l’uscita di 4 senatori dal gruppo di Renzi e ben 8 da Forza Italia. Anche se non si esclude che qualcuno dei renziani alla fine possa divergere dalle posizioni del gruppo.

Ma, ora che è stato messo un punto sul Recovery, lo scontro si sposta ancora una volta sul Mes con le ministre renziane definiscono “incomprensibile” la rinuncia al fondo salva-Stati e lamentano ritardi sulle urgenze del Paese e sui nuovi ristori. “Il Mes non è compreso nel Next Generation, non è questa la sede per discutere il punto”, è la replica di Conte, che invita a “non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”, con “un accostamento che offende la ragione e anche l’etica”.

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