Il ministro dell'Interno Matteo Salvini (s) e il ministro dell'Economia Giovanni Tria a Palazzo Chigi durante conferenza stampa al termine della riunione del Cdm sulla manovra fiscale, Roma 15 ottobre 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Oggi vertice di maggioranza tra Salvini, Draghi e Conte…

 

E’ la vigilia del vertice decisivo per definire la lettera “politica” che Conte invierà all’Ue e la linea che Tria dovrà tenere nella interlocuzione “tecnica” con la Commissione europea. Il premier convoca i vicepremier e il ministro a Palazzo Chigi alle 8 del mattino, per cercare una sintesi. E assicura che c’è già “l’obiettivo comune” di evitare una procedura d’infrazione che danneggerebbe l’Italia. Prova a derubricare a “diversità di toni” le accuse di Salvini e di Luigi Di Maio all’Ue.

C’è il monito di Sergio Mattarella a tutela della “solidità dei conti”, a fare da spartiacque. E c’è uno scontro plateale nel governo, su come garantirla. E’ una vigilia di tensione, quella che precede l’avvio della trattativa per evitare la procedura d’infrazione Ue.

Matteo Salvini attacca Giovanni Tria e risponde piccato anche al presidente della Repubblica, accusando le regole europee di aver fatto salire il debito italiano. Dai minibot alla primazia della flat tax sul salario minimo, il leghista prova a imporre la sua linea e arriva a mettere in discussione lo stesso ruolo di Tria. Giuseppe Conte cerca di sedare gli animi e far da argine: altro che manovra “trumpiana”, replica a Salvini, serve una legge di bilancio “Contiana”, cioè “nell’interesse del Paese” e non “fatta altrove”, né a Bruxelles, né a Washington.

Le parole di Mario Draghi portano lo spread ai minimi, ma una procedura d’infrazione potrebbe vincolare l’Italia per anni e riportarla nell’occhio del ciclone.

Visto dall’angolazione italiana, il discorso di Mario Draghi a Sintra in Portogallo, con cui lancia una nuova fase espansiva della politica monetaria della Bce, ristabilisce ruoli e “alleanze” nella fase confusa che il Governo sta attraversando. Donald Trump accede a twitter e attacca le misure annunciate dal Governatore della Bce che tanto possono aiutare l’Italia da qui al 9 luglio, quando l’Ue dovrà decidere sulla procedura di infrazione nei nostri confronti. E lo fa all’indomani della visita del vicepremier Matteo Salvini negli Usa, durante la quale il leader leghista si è sperticato in elogi nei confronti del presidente americano che ha ingaggiato una guerra commerciale con l’Unione Europea.

Oggi il Governo “scopre” che Draghi, in passato criticato sia da Lega che dal Movimento 5 Stelle, è uno dei pochi alleati rimasti nello scontro con la Commissione Ue. “Un ritorno del Qe? Può interessarci come Paese”, ha detto il premier Giuseppe Conte. E se Draghi è alleato, Trump è giocoforza avversario: “Noi la guerra dei dazi la stiamo soffrendo, questo è un dato di fatto”, sempre Conte.

Dietro gli effetti a catena prodotti dal discorso di Sintra si possono leggere due dati, uno positivo l’altro meno. C’è la volontà del Governatore della Bce di trasmettere ai mercati la sua risolutezza nell’utilizzare “tutta la flessibilità garantita dal mandato per rispondere a qualsiasi sfida si possa porre all’obiettivo di stabilità dei prezzi”.
Questa volta Draghi ha aggiunto un elemento che con tutta evidenza è stato accolto positivamente dai mercati: ha lasciato intendere che la stabilità dei prezzi verrà perseguita in “modo simmetrico”, cioè con possibili sforamenti al rialzo dopo periodi di inflazione troppo bassa. In altre parole, andando per un breve lasso di tempo anche oltre quel 2% che secondo le norme statuarie di Francoforte è la soglia a cui l’inflazione dovrebbe avvicinarsi ma senza oltrepassarla.

Le borse hanno accolto con euforia le parole dell’inquilino dell’Eurotower.  E anche l’Italia ne ha tratto evidente giovamento: lo spread è calato a quota 243 punti base, con il rendimento del Btp decennale benchmark che ha chiuso ai livelli di maggio 2018,

Perciò il ministro dell’Economia vola a Londra per rassicurare gli investitori, parlando di “politica fiscale prudente”.

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