Ocse: “Privatizzare Tv, trasporti ed energia. Meno tutele a posto fisso”

Il fallimento dello Stato italiano è stato scongiurato ma ora l’Italia deve fare di più su privatizzazioni, lavoro e liberalizzazioni. E’ quanto chiede l’Ocse a Roma nel suo rapporto sulla crescita mondiale.

Privatizzazioni. Il primo monito dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico riguarda le privatizzazioni. L’Italia deve ridurre la proprietà dello Stato “specialmente nei settori dei media televisivi, dei trasporti, dell’energia e dei servizi locali”. E il governo di Mario Monti ha i piani per “realizzare le privatizzazioni”. Nel suo rapporto l’Ocse per l’Italia si ricorda come il referendum sull’acqua nel 2011 abbia “rovesciato i piani per privatizzare i servizi del settore”. Nonostante Roma abbia fatto notevoli progressi su diversi temi come l’educazione terziaria, la decentralizzazione dei salari e la corporate governance, ha “realizzato poco nella riduzione delle società e servizi a controllo pubblico”.

Lavoro e posto fisso. Nonostante la crisi sia stata evitata “la disoccupazione resterà alta nel corso del 2013” mentre “non si attende un recupero della produzione persa e i bilanci pubblici dovrebbero rimanere sugli stessi livelli insostenibili in molti paesi”. L’Ocse inoltre consiglia all’Italia di “ammorbidire la protezione del lavoro sui contratti standard” e sottolinea che Roma “non ha ancora intrapreso azioni significative” ma sta “considerando una riforma del mercato del lavoro, mirata ad ammorbidire le tutele sui contratti standard” con “una riforma welfare per migliorare la rete di sicurezza per i disoccupati”. L’attuazione delle riforme strutturali, sottolinea l’Ocse, può mitigare l’impatto della crisi, evitando che la disoccupazione resti “su livelli strutturali” e contribuire a rilanciare “più velocemente”. ” il mercato del lavoro.

Concorrenza. L’Ocse nel suo rapporto annuale sulla crescita ‘impone’ all’Italia di “ridurre le barriere legislative alla concorrenza” in diversi settori, tra cui “le professioni, il commercio al dettaglio e i servizi locali”. Il decreto varato a dicembre 2011, sottolinea l’organizzazione, “introduceva misure per liberalizzare il commercio al dettaglio”, ma queste misure possono essere “sorpassate dalle politiche territoriali delle autorità regionali”. Il governo, scrive ancora l’Ocse, comunque ha “introdotto misure significative per liberalizzare le professioni liberali e i servizi di trasporto”.

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