President Barack Obama addresses the 71st session of the United Nations General Assembly, Tuesday, Sept. 20, 2016. The president warned that the forces of globalization have exposed "deep fault lines" across the globe, calling for a "course correction" to ensure that nations and their peoples don't retreat into a more sharply divided world. (ANSA/AP Photo/Carolyn Kaster) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved.]

Obama all’Onu: ‘No ai muri. No al mito degli uomini forti’

‘No ai muri. No ai populismi e ai nazionalismi. E soprattutto no al mito degli uomini forti. Un Paese circondato da muri imprigionerebbe sé stesso,  e bisogna aprire i nostri cuori per accogliere i rifugiati e i disperati nelle nostre case. Aiutare chi ne ha bisogno rende gli Stati Uniti più sicuri’,  è il messaggio che Barack Obama lancia nel suo ultimo intervento davanti all’Assemblea generale dell’Onu, rivolto al mondo intero ma anche alla sua America che, a poche settimane dal voto, si trova ad un bivio. Il presidente Usa non rinuncia ad attaccare Donald Trump,  ma anche Vladimir Putin. E a lanciare un forte appello a tutta la comunità internazionale: i rifugiati vanno accolti ed aiutati, bisogna fare di più per loro. Un discorso che fa un bilancio dei progressi fatti negli otto anni in cui è stato alla Casa Bianca: dalla catastrofe evitata dopo la crisi finanziaria alle nuove relazioni con Cuba e l’Iran, passando per importanti accordi come quelli sul clima, tirando dentro anche la Cina. Ma il presidente americano critica anche un alleato come Benyamin Netanyahu: ‘La diplomazia è la vera chiave per fermare la violenza. Non si può affermare la propria leadership sminuendo gli altri. E Israele sa che non può occupare in via permanente la terra palestinese’. Tutto l’intervento è imperniato sul rischio che molti Paesi, compresi gli Stati Uniti, di fronte a terrorismo e migrazioni scelgano la strada dell’isolazionismo e dell’egoismo. Altro, quindi, che i muri e il pugno di ferro propagandato da Donald Trump: ‘Bisogna respingere ogni forma di fondamentalismo, di razzismo o credo di superiorità etnica. Serve il rispetto di tutti gli esseri umani e di tutte le culture e religioni’. Obama alterna momenti in cui vola alto, da Nobel per la pace, con toni ispirati con cui chiede più giustizia nel mondo, riducendo il gap tra ricchi e poveri e lavorando per società ed economie più inclusive. Poi improvvisamente l’affondo anche su Putin: ‘La Russia sta cercando di riguadagnare la gloria perduta tramite la forza’, afferma riferendosi in particolare al conflitto con l’Ucraina. Ma difficile che il presidente Usa non abbia pensato al Cremlino anche quando riafferma il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, che siano oppositori politici o gay.

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