Ribadiamo, è la replica della regione in una nota, che nessuna richiesta di autorizzazione per nuovi impianti è arrivata dal Campidoglio alla Regione Lazio. Qualcuno spieghi a quali impianti il sindaco Virginia Raggi si riferisce.
‘I rifiuti in strada sono vergognosi. I cittadini hanno ragione. Per questo ci stiamo impegnando senza sosta. Gli impianti Ama sono già al lavoro 24 ore su 24 per una pulizia straordinaria. Abbiamo messo in campo una task force per evitare cassonetti stracolmi e ringrazio i dipendenti dell’Ama che stanno lavorando in questi giorni’, la risposta della sindaca di Roma Virginia Raggi: ‘L’Europa ha già detto no nuove discariche ed inceneritori. Noi andiamo in quella direzione, a differenza di qualcun altro’.
‘Il piano per la gestione dei rifiuti recentemente approvato dalla Giunta capitolina, pur prefiggendosi obiettivi ambiziosi in tema di raccolta differenziata e di recupero, non fornisce soluzioni concrete per la gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti in questa fase e nel transitorio fino al raggiungimento di tali obiettivi. Il vero tema che non si può più eludere è proprio questo: la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti. Oggi, non tra qualche anno. Guardando ai dati, non a obiettivi futuribili che allo stato attuale non hanno il conforto della realtà’. Per il ministro Galletti le criticità sulla gestione dei rifiuti di Roma Capitale continuano a riprodursi in modo ciclico. Ciò è dovuto al persistere di problematiche come la carenza impiantistica. Il Ministero dell’Ambiente ha più volte ribadito tali questioni. Il solo Comune di Roma produce più del 50% dei rifiuti complessivi del Lazio. Oggi Roma fa percentuali di raccolta differenziata di poco superiori al 40% e avvia a smaltimento circa 500.000 t/anno, contribuendo a saturare le volumetrie di discarica delle altre province regionali o extraregionali, data la mancanza di una discarica di servizio. Nel Lazio sono operativi 2 impianti di termovalorizzazione, San Vittore e Colleferro. Quest’ultimo attualmente opera a ridottissimo regime. Roma è costretta a portare fuori dal proprio territorio di competenza circa 197.000 t/anno di rifiuto umido verso gli impianti del Nord Italia. Sul trattamento nei TMB il Comune di Roma risente dell’operatività a regime ridotto del complesso impiantistico e attualmente invia circa 110-120 t/giorno dei propri rifiuti in impianti austriaci, un quantitativo che presumibilmente verrà raddoppiato per sopperire alle attuali problematiche di raccolta. Il ricorso al trasporto transfrontaliero dei rifiuti all’estero, ha concluso il ministro, non può essere una soluzione, ma solo una risposta emergenziale: se fosse una logica di sistema, il risultato sarebbe una procedura d’infrazione europea.
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