Nuove Regioni in zona gialla, ma si rischia l’arancione. Cambia il green pass

Natale, Draghi pensa al lockdown su modello austriaco

Nuove Regioni in zona gialla, ma si rischia l’arancione. Cambia il green pass

Da lunedì 20 dicembre nuove Regioni finiscono in zona gialla, ma i dati su contagi e ricoveri in aumento fanno rischiare la zona arancione. Intanto l’Ue cambia la durata del green pass

Da lunedì 20 dicembre, in base alle disposizioni nazionali in vigore per il contenimento della diffusione dell’epidemia, nuove Regioni italiane finiscono in zona gialla.

Quali Regioni in zona gialla da lunedì 20 dicembre

Si tratta di ben 5 Regioni e 2 Province autonome:

Calabria

Friuli Venezia Giulia

Liguria

Marche

Veneto

Provincia autonoma di Trento

Provincia autonoma di Bolzano.

Mentre per queste Regioni scattano nuove regole(qui le nuove misure in vigore in zona gialla fino al 31 marzo 2022), salgono i contagi Covid ma l’attenzione è tutta sulla pressione nei confronti delle strutture ospedaliere, vera cartina di tornasole per capire a che punto siamo e cosa ci attende. I vaccini restano assolutamente essenziali, e anzi si rivelano l’arma imprescindibile per combattere la pandemia.

Ma inizia a farsi strada l’ipotesi che nuove varianti si diffonderanno, e non è detto che siano sempre meno pericolose. Dovremo scoprirlo, e nel frattempo cominciare – dicono alcuni esperti – a convivere con l’idea che nuove misure restrittive saranno necessarie, forse periodicamente, nei momenti più difficili come l’inverno ad esempio. Mini lockdown o chiusure mirate, a seconda dei casi, per tirare un sospiro, far crollare i contagi e ripartire in sicurezza.

Italia a rischio zona arancione

Sul fronte dei numeri, la quinta ondata (non quarta, perché in Italia siamo avanti di una) non ha ancora raggiunto il suo picco, che era atteso per Natale. E l’orizzonte è tutt’altro che limpido. “Siamo vicini alla zona arancione” ha spiegato a “Mezz’ora in più” Guido Rasi, già direttore dell’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, e oggi consulente del commissario per l’emergenza Figliuolo.

Perché a fronte di un sempre più elevato numero di contagi, è matematico che aumentino anche i ricoveri in ospedale, nonostante i vaccini. E’ il famoso “effetto paradosso” dei vaccini che ormai è sotto gli occhi di tutti, e che però non deve trarci in inganno: non significa affatto che non servano.

Ricordiamo che si entra in zona arancione quando l’incidenza settimanale dei nuovi contagi è compresa tra 150 e 250 casi ogni 100mila abitanti. Stando all’ultimo report Iss di venerdì 17 dicembre, oggi l’Italia è a 241 su 100mila.

Variante Omicron, cosa sappiamo

“L’occupazione dei posti ospedalieri sta continuando a salire, non c’è dubbio”. Ora, due domande sulla variante Omicron stanno trovando risposte, anche se non ancora definitive. “Qual è la severità della malattia, con il conseguente peso sui reparti ospedalieri? E quanto riuscirà ad evitare l’immunità indotta dai vaccini?”, si chiede Rasi (qui tutto ciò che sappiamo finora sulla variante Omicron e la sua pericolosità). Dobbiamo assumere che i vaccini possano essere “bucati” dalla nuova mutazione Omicron, e dunque dobbiamo “assolutamente” prevedere lo scenario da zona arancione.

Le prime osservazioni scientifiche che arrivano dall’Imperial College su Omicron dicono che 2 dosi di vaccino rendono al 20-50% di protezione per la malattia sintomatica in caso di Omicron. La terza dose, almeno nell’immediato, protegge dal 50 al 70% dalle forme sintomatiche. Ancora non è chiaro quanto protegga dall’infezione. E non sappiamo ancora se i vaccini attuali siano in grado di prevenire la trasmissione della nuova variante che sta prendendo piede in tutta Europa.

La variante Omicron non ha però ancora “invaso” il nostro Paese. La diffusione oggi è ancora limitata, per questo bisogna correre con le terze dosi di vaccino. Quando la variante si diffonderà in modo più esteso, lo scenario potrebbe mutare fortemente, e noi non dovremo farci trovare scoperti visto che abbiamo un vantaggio sugli altri Paesi europei.

Niente panico, insomma: prima di arrivare al lockdown vero e proprio, ci sono altre strade per scongiurarlo, come mascherine all’aperto, distanziamento, evitare gli assembramenti, spiega. “Ho visto finalmente una cultura della gestione dei flussi. Se spingessimo molto so queste attività, il lockdown potrebbe essere meno severo”, perché in assenza di dati “l’unica possibilità è fermare la barriera fisica della trasmissione”.

Il green pass cambia ancora

Anche il green pass, alla luce di nuovi dati su Omicron, potrebbe essere nuovamente rivisto e la sua durata potrebbe essere presto ridotta a 7 o 5 mesi, dai 9 attuali, durata che era appena stata abbassata dai 12 precedenti.

Si parla anche dell’introduzione dei tamponi anche per vaccinati in determinati casi, perché “se viene fuori che la variante Omicron buca i vaccini, è chiaro che questo green pass non è più valido. Oggi il green pass ha validità, tra 15 giorni potrebbe averne meno, tra un mese potrebbe essere ripensato”. Proprio su questi aspetti sta ragionando il governo, che si riunirà con la cabina di regina voluta da Draghi proprio a ridosso del Natale, giovedì 23.

Intanto, proprio sulla certificazione verde arriva una svolta da parte della Ue, che sceglie di abbracciare il modello italiano: Bruxelles ha deciso un giro di vite anche sulle certificazioni finalizzate ai liberi spostamenti, per questo presenterà un atto delegato per un approccio uniforme su richiami e durata del green pass su tutto il territorio europeo.

La terza dose di vaccino andrà somministrata al più tardi 6 mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, mentre la durata del green pass sarà anche nell’Unione Europea di 9 mesi: lo ha annunciato la presidente della commissione Europea, Ursula von der Leyen, al termine del vertice europeo, portando di fatto l’Ue ad allinearsi alle direttive sanitarie italiane.

Gb fuori controllo, Germania verso obbligo vaccinale

Intanto in Gran Bretagna il virus galoppa: i contagi hanno superato quota 82mila, di cui 37.100 di variante Omicron. Su questa mutazione del virus “c’è ancora molto che non sappiamo” ha scritto sulla situazione in GB il ministro della Sanità britannico, Sajid Javid, avvisando sul Sunday Telegraph che “potrebbe essere troppo tardi per reagire”. Ma bisogna “guardare in modo aperto alle sfide che ci presenta Omicron”, guardando anche al numero delle vittime, che resta tutto sommato basso: 45 decessi sugli 82mila nuovi casi.

Scattato il lockdown in Olanda, la Danimarca chiude cinema e teatri. La Germania va verso l’obbligo vaccinale. Il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach ha escluso un lockdown di Natale, ma ha avvertito che la quinta ondata di Covid non può essere fermata e ha sostenuto l’obbligo vaccinale come unico modo per fermare la pandemia.

“Qui non ci sarà un blocco prima di Natale. Ma avremo una quinta ondata” e sottolineando che è stata superata la soglia critica quanto al numero di persone infette dalla variante Omicron. E ha puntualizzato che “questa ondata non può più essere fermata completamente”.

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