Nuova Imu, la palla passa ai Comuni: aliquote in aumento e novità in Manovra

Cambiano le tasse sulla casa: nella bozza della Manovra di Bilancio 2020 l’Imu sarà accorpata con la Tasi. L’aliquota di base è fissata all’8,6 per mille, aumentando rispetto al 7,6 per mille attuale. I sindaci giocheranno un ruolo di primo piano, poiché la  Legge di Bilancio lascia agli amministratori comunali la facoltà di elevare l’aliquota fino al 10,6 per mille.

Solo nel 2020 l’aliquota potrà essere alzata fino all’11,4 per mille. Saranno i consigli comunali, con apposite delibere, a stabilire le aliquote da applicare. Gli stessi Comuni potranno decidere di azzerare l’aliquota, e potranno farlo anche su ville, castelli e abitazioni di pregio, che pagano l’imposta anche in caso di prima casa.

A proposito di prima casa, nonostante le pressioni internazionali, resta confermata l’esenzione totale, tranne per i possessori di abitazioni di lusso. Questi ultimi pagheranno un’aliquota pari al 5 per mille, che i Comuni potrebbero aumentare fino al 6 per mille. Per chi affitta la seconda casa, viene confermato lo sconto del 25% se ricorre al canone concordato. Confermate anche le scadenze per i pagamenti, al 16 giugno e 16 dicembre.

Stando alla bozza ora in circolazione, non dovrebbero esserci altre tasse sulla casa. Ma non è chiaro se questa nuova impostazione andrà ad aumentare o a diminuire la pressione fiscale sui beni immobili. Stando al Governo, la ristrutturazione delle aliquote “non determina l’aumento della pressione fiscale”.

Non la pensa così Confedilizia, che, pur favorevole all’accorpamento di Imu e Tasi, non vede l’auspicata riduzione delle imposte. Il presidente Giorgio Spanzani Testa ha attaccato l’Esecutivo: “La nuova patrimoniale sugli immobili delineata nella manovra è peggiore delle due attuali, l’Imu e la Tasi. Oltre a non essere sfiorato dall’idea di ridurre questo carico di tassazione insopportabile, il Governo peggiora la situazione in vari modi”.

Secondo l’associazione la bozza della nuova tassazione sulla casa presenta diversi difetti: “Fa scomparire qualsiasi collegamento ai servizi, presente ora nella Tasi; aumenta la tassazione sui proprietari di immobili affittati, scaricando su di essi la quota di imposta che nella Tasi era a carico degli inquilini; mantiene imposizioni vessatorie come quelle sugli immobili inagibili e su quelli sfitti per assenza di inquilini o acquirenti”.

Trattandosi di una bozza, tutto può ancora cambiare. La Legge di Bilancio infatti arriverà nei prossimi giorni in Parlamento dove sarà emendata dalle forze politiche di maggioranza e opposizione.

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