STRASBOURG, FRANCE - MARCH 11: British Prime Minster Theresa May and President of European Commission Jean-Claude Juncker attend a press conference at the European Comission on March 11, 2019 in Strasbourg, France. The British Prime Minsister travelled to Strasbourg late on Monday evening saying she had secured "legally binding" changes to her Brexit deal meaning the EU "cannot try to trap the UK in the Irish backstop indefinitely". MPs in the U.K. are due to vote on her deal on Tuesday evening and the European Commission President has warned if the deal was voted down there would be "no third chance". (Photo by Thomas Niedermueller/Getty Images)

Nuova bocciatura per la May: vietato terzo voto sull’accordo

Duro colpo, l’ennesimo, a Theresa May e al suo estremo tentativo di riproporre in Parlamento l’intesa sottoscritta con l’Unione Europea. John Bercow, il presidente della Camera dei Comuni diventato famoso in questi mesi per il piglio deciso e le espressioni colorite, ha chiarito che il governo non può riproporre per la terza volta il medesimo accordo già bocciato due volte, pur con alcune variazioni semantiche che non cambiano la realtà dei fatti. Lo speaker ha fatto riferimento a numerosi precedenti e regole, risalenti in un caso addirittura al lontano 1604.

Per il primo ministro Theresa May si tratta di un’altra clamorosa sconfitta, anche se nelle ultime ore Downing Street aveva fatto sapere di non voler riproporre l’accordo al voto fino a che non vi fossero state buone probabilità di successo. Bercow ha ricordato le due pesanti sconfitte già subite dall’accordo siglato dalla May con Bruxelles dopo che i medesimi voti erano già stati rinviati dal governo. La questione era stata sollevata la scorsa settimana da alcuni deputati e Bercow si era riservato di decidere in merito.

 John Bercow, ha deciso di vietare il terzo voto di ratifica sulla Brexit. Il voto doveva essere sullo stesso accordo già presentato in precedenza da Theresa May.

 Stupore tra lo staff della May, da dove hanno fatto sapere di non essere stati avvertiti delle intenzioni dello speaker. La via adottata è stata comunque quella della diplomazia, visto che non sono stati rilasciati commenti sulla vicenda.

 La cosa certa, l’unica in questo groviglio intorno alla Brexit, è che in questo momento Theresa May non è in grado di presentare una nuova offerta in quanto le trattative con la fazione dei dissidenti ancora non sono concluse e soprattutto sarebbero ancora ben lontane dalla risoluzione con un accordo

. Aumenta la tensione anche in Unione europea, dove sta maturando la consapevolezza che un ritardo eccessivo dell’uscita di Londra potrebbe portare a un paradosso in vista delle prossime Elezioni europee, in programma per maggio. Il rischio è che Londra debba prendere parte alle elezioni salvo poi abbandonare il parlamento europeo dopo poche settimane lasciando i seggi vacanti. Uno scenario che l’Ue non è disposto ad accettare. Chiara la posizione espressa da Bruxelles, da cui hanno fatto sapere di essere intenzionati a concedere un’altra settimana alla May, ma di non essere disposti a rivedere l’accordo raggiunto, che continua ad essere l’unico disponibile se si vuole arrivare a un’uscita concordata dall’Ue evitando una hard Brexit. 

Arianna Manzi

 

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