Nota di Barbara Lalle su ‘Esilio’, con regia di Mariano Dammacco, messo in scena in data unica, il 3 maggio al Teatro Brancaccino di Roma

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la recensione di Barbara Lalle su ‘Esilio’ in scena al Teatro Brancaccino di Roma, in serata unica, il 3 maggio.

Cosa succede a un uomo quando perde il lavoro? Perde lentamente la sua anima e si reifica irrigidendosi in una lenta e irreversibile rassegnazione.

 ‘Esilio’, messo in scena al Brancaccino il 3 maggio, ha raccontato il dramma della disoccupazione con grazia e ironia, puntando sulla mimica del protagonista maschile, interpretato dall’ottima Serena Balivo, già vincitrice del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2011 e seconda classificata al Premio UBU 2016 nella categoria ‘nuovo attore o attrice’. Sul palco, anche il regista e autore Mariano Dammacco, anima narrante che accompagna il personaggio in un continuo oscillare di emozioni.

 Incredulità, sgomento, tristezza, senso di fallimento, ingenuo ottimismo, rabbia e solitudine conducono il protagonista in una ricerca disperata di senso, fino alla paranoia e alla convinzione dell’esistenza di un complotto globale. La perdita del lavoro provoca nel protagonista lo smarrimento dell’identità, del proprio ruolo nella società e delle relazioni umane in una disperazione crescente che lo conduce alla scomparsa del proprio mondo e, infine, del senno.  Il risultato è un corpo che si atrofizza, si contorce, si avvizzisce. L’anima, esiliata, lascia il protagonista in balìa dello sfruttamento e di nuove precarietà lavorative.

La Balivo propone magistralmente un personaggio caricaturale e anticato in un dramma moderno. Vestito elegante e piegato dal peso del dramma, l’uomo si muove sul palco con gesti grotteschi, come un Chaplin moderno o un nuovo Fantozzi, non più mobbizzato ma direttamente estromesso dal mondo del lavoro. Le gestualità comiche e i testi profondamente esistenziali incalzano lo spettatore nel dramma con estrema leggerezza. Le risate del pubblico non mancano   e il ritmo della scena è ravvivato da continui cambi di registro che accompagnano lo spettatore all’empatia e alla com-passione con il protagonista.

La scenografia è essenziale. Un mobiletto su una tavola di legno. Le luci incorniciano la scena con colori decisi che quasi stridono col buio dello sfondo.

Lo spettacolo avvince e convince.

Esilio’ è il secondo passo della ‘Trilogia della Fine del Mondo’ ideata nel 2010 da Mariano Dammacco e in corso di realizzazione ad opera della Piccola Compagnia Dammacco. Il primo passo è stato lo spettacolo L’ultima notte di Antonio prodotto da Piccola Compagnia Dammacco e Asti Teatro nel 2012, con la collaborazione di Campsirago Residenza e di L’arboreto Teatro Dimora di Mondaino. Il terzo passo della Trilogia è in programma per il 2018 con la realizzazione di uno spettacolo intitolato La buona educazione.

Esilio è vincitore di Last Seen 2016 (spettacolo dell’anno su Krapp’s Last Post), è finalista al Premio Rete Critica 2016, al Premio Cassino OFF 2017, al Premio Museo Cervi, è spettacolo selezione In Box 2017; L’inferno e la fanciulla è finalista al Premio In Box 2016.

Mariano Dammacco è vincitore del Premio nazionale di drammaturgia Il centro del discorso 2010 con il testo L’ultima notte di Antonio e, precedentemente al percorso con la compagnia, è vincitore del Premio ETI/Scenario 1993 con lo spettacolo Sonia la Rossa e del Premio ETI/Vetrine 1996 con lo spettacolo Amleto e la Statale 16.

Barbara Lalle

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