Non siamo struzzi

Come dicevamo la , trattativa tra Pd e Fi è aperta sui tre  punti dell’ innalzamento della soglia per il premio di maggioranza,  delle primarie facoltative previste dalla legge,  e del conferimento di delega al governo per disegnare i collegi.  Matteo Renzi ha chiesto ed ottenuto il ritiro tecnico degli emendamenti tranne sui tre punti innanzi citati. E’ chiaro che dovranno essere i gruppi a stabilire le tecnicalità ma deve essere ben chiaro che il premio di maggioranza non dovrà, e non potrà, essere alto per non burlare la volontà degli elettori sbarrando di fatto il passo al pluralismo. Pluralismo che è la  vera ed autentica essenza della democrazia. Devono essere a nostro avviso incrementate le rappresentanze e le partecipazioni. Ovvero, bisognerà tenere in debito conto le singole istanze e stenderle su un terreno comune,  e questo anche in presenza di punti di partenza diversi. Non si potrà condividere una legge elettorale, e non sarà certamente condivisa interiormente dagli spettatori, leggi elettori, se sarà stesa esclusivamente dai ras del quartiere. La legge elettorale dovrà essere, in poche parole, largamente condivisa. I cittadini aspettano risultati concreti per dimostrare che esisterà, e forse gia esiste, un cambio di traccia. Io non credo che sia utile, come ha fatto Renzi,  lanciare l’ultimatum del voto in assenza di legge elettorale nel caso questa  fosse affossata nel voto segreto. La legge elettorale è una conditio sine qua non per andare al voto e garantire la governabilità. Lanciando questo ultimatum Matteo Renzi non coglie che lancerebbe un boomerang che ritornerà indietro disamorando completamente i cittadini verso la politica, che in risposta   non andranno a votare. La sentenza della Consulta dovrà essere rispettata, a partire da quanto stabilito dalla Corte,  che tradotta in ottica politica vuol dire permettere ai cittadini di scegliere i candidati. Diversamente non sarà politica ma semplicemente il gioco delle tre carte. Il sistema elettorale dovrà garantire trasparenza e dovrà essere stabilito un rapporto ragionevole tra voti conseguiti e premio di maggioranza. Auspichiamo per questo un pluralismo realmente democratico e progressista.

Roberto Cristiano

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