Il governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul decreto enti locali. Lo ha annunciato il ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi all'Aula di Montecitorio. Roma, 3 agosto 2015. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Neoeletti in Senato, la carica delle matricole 5 stelle

Addio sandali e camicia, arriva la carica di professori universitari, ingegneri, medici, avvocati: l’avvio delle registrazioni ufficiali per i neo eletti in Senato è una fotografia del nuovo mondo pentastellato che si affaccia in Parlamento. Il primo giorno di scuola sarà il prossimo venerdì, quando si avvieranno le sedute di Camera e Senato (dove a presiedere ci sarà Giorgio Napolitano) per l’elezione dei rispettivi vertici, ma complice l’assemblea del gruppo penstastellato, che conta 112 componenti in tutto, l’apertura delle porte per gli adempimenti formali ha visto una lunga fila a cinque stelle snodarsi per buona parte del pomeriggio al piano terra di Palazzo Madama.

I ‘tabulati’ danno conto di una novantina di registrazioni effettuate, vale a dire quasi un terzo del totale; a questa tornata, le matricole sono 207, 38 gli ex deputati e 75 i senatori confermati, inclusi quelli a vita. Pochi i big: non si è visto Matteo Renzi né Matteo Salvini, che hanno comunque tempo fino a sabato. E pochi anche gli esponenti delle altre forze politiche: la ministra dell’Istruzione, ed ex vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli del Pd e Paola Binetti, eletta con Noi con l’Italia, hanno però battuto in velocità tutti arrivando poco dopo l’apertura alle 14.30. Una copia della Costituzione, il nuovo regolamento del Senato e i trattati europei sono la dote che viene affidata a ciascuno una volta sbrigati gli adempimenti e posato per la foto di rito, che accompagnerà il profilo web.

In Senato arriva anche Vasco Errani, eletto con LeU, ed Emma Bonino, Stefania Craxi (Fi) e Elio Lannutti, anche lui però eletto con i 5S. Non perde tempo anche il più giovane dei nuovi eletti nel centrodestra: si chiama Marco Siclari, ha 40 anni e milita in Forza Italia da quando ne aveva 17. Ma soprattutto, non manca di sottolineare, è stato l’unico nel centrodestra, ad averla spuntata in un collegio uninominale al Sud. E ora, dice, “ho tanta voglia di fare”, soprattutto per il “mio territorio”.

Stesso leit motiv anche a sinistra: Matteo Richetti, portavoce Pd, arriva a metà pomeriggio e spiega che, anche se ha sostenuto una riforma che puntava ad abolire il Senato, ora si sente “onorato” di essere a Palazzo Madama. E poi, numerosi appunto, i cinquestelle: in coda si ritrova il candidato ministro alle Infrastrutture del governo immaginato da Luigi Di Maio Mauro Coltorti, geomorfologo eletto a Jesi e un passato a sinistra. “Spero che faremo un governo – ragiona mentre aspetta il suo turno – Ma il M5S non è né di destra né di sinistra, è in alto”. D’altro canto, la “navigazione” è appena iniziata, scherza il comandante Gregorio De Falco neo eletto senatore sempre con i 5S, “e abbiamo un ottimo nocchiero”.

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